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Cosa sarebbe stato Pivetta, con tutte quelle mete, se avesse avuto le attenzioni mediatiche che hanno i giocatori di rugby in questi tempi? Pivo fa parte di quella generazione di ottimi giocatori che hanno ‘sbagliato’ i tempi d’uscita sulla scena e che oggi sono costretti a recitare il curriculum per farsi riconoscere.” (Luciano Ravagnani)

"Scolta, visto che te si vizin al bidon, dopo che t'hà butà via e scoazze, butate via anca ti!" (Giancarlo Pivetta)

Pilone, tallonatore, per necessità anche seconda linea, Giancarlo Pivetta è un pezzo di storia del rugby targato Italia: un grosso pezzo. Quattordici anni di maglia azzurra, dal 1979 al 1993, collezionando 53 presenze, alcune da capitano, e 430 partite giocate in campionato, la maggior parte con il San Donà, dove ha realizzato 162 mete: un enormità per un avanti. E poi le selezioni ad inviti, tanto di moda in quel periodo: le Zebre di Marco Bollesan, il XV della Colonna e naturalmente, essendo lui un veneto verace, i Dogi, dei quali è stato capitano.

Tante mete, si diceva, molte marcate grazie alla “Pivetta”, una speciale giocata così chiamata proprio perché inventata dal Pivo e messa a punto assieme agli avanti del San Donà. Si trattava di una maul avanzante dopo un penalty giocato alla mano, un rebus che gli avversari non sono mai riusciti a risolvere.


Giancarlo Pivetta è nato il 18 giugno 1957 a Musile di Piave ed è cresciuto rugbisticamente nel San Donà, dove ha esordito in prima squadra nella stagione 1975-76, a diciannove anni, in quello che per i bianco-azzurri, con la nuova denominazione di Fracasso Rugby San Donà, è stato il primo campionato di serie A della loro storia. Lo stesso anno esordiva nel Rovigo anche un’altra leggenda dell’ovale italiano, Stefano Bettarello; ma questa è un'altra storia.

Il Fracasso quell'anno si è classificato all'ultimo posto ed è retrocesso in serie B, dove è rimasto un paio di stagioni, con Pivetta che, a causa del servizio militare, ha trascorso l’annata 1977-78 tra le fila dell’Interforze Napoli. Poi, nel 1979-80 il club del Piave è tornato nel massimo campionato.

Il 22 aprile 1979 Giancarlo ha debuttato in nazionale sotto la guida di Pierre Villepreux. Si giocava al Parcul Copilolui di Bucarest, alle 11 di mattina, contro la migliore Romania di tutti i tempi. Il Pivo è entrato in campo un paio di minuti in seconda linea per sostituire Andrea Lijoi , il quale a sua volta aveva preso il posto del numero 5 Adriano Fedrigo. Non è stato un esordio baciato dalla fortuna. Gli azzurri di capitan Paolo Mariani, di Nello Francescato, Rocco Caligiuri, Loredano Zuin e Fabrizio Gaetaniello hanno perso 44 a 0, quando soltanto due mesi prima avevano dato filo da torcere alla Francia uscendo dal Plebiscito con un dignitoso 9 a 15.

Il 16 maggio, sempre del 1979, l’Italia ha affrontato a Brescia la nazionale under-23 inglese, anche se, a dire il vero, si trattava di un under allargata, con molti giocatori al di sopra del limite d'età. Proprio con questi Pivetta, così come Stefano Bettarello, che aveva debuttato il mese precedente contro la Polonia, ha ottenuto il suo secondo cap, giocando nella posizione di pilone. Anche se non erano Bill Beaumont e compagni, era pur sempre una squadra di tutto rispetto e i ragazzi di Pierrot sono riusciti a pareggiare 6 a 6, conquistando così il primo punto nella storia del nostro rugby contro un XV britannico.

Nel 1980 gli azzurri hanno intrapreso un tour nel Sud Pacifico. È stato il primo grande tour della nazionale dopo quello storico del 1973 in Sudafrica e Rhodesia. La squadra di Pierre Villepreux, però, ha ottenuto risultati inferiori alle aspettative, anche se alla fine l’esperienza è stata molto utile.
L’Italia capitanata dal pilone Ambrogio Bona ha iniziato il tour l’11 giugno al Veterans Memorial Stadium di Long Beach, negli Stati Uniti, perdendo con i Californian Grizzlies 9 a 18.
Tre giorni più tardi gli azzurri erano a Suva, dove hanno affrontato il XV delle Fiji, una gara persa 3 a 16 nella quale Pivetta non ha giocato. Il ragazzo era in campo il 6 luglio ad Avarua, contro la nazionale delle Isole Cooke, sfida anche questa persa 6 a 15. La colpa della disfatta la si può attribuire alla stanchezza; soltanto una ventina di ore prima, infatti, i ragazzi erano sull’erba dell’Eden Park di Auckland, dove hanno subito un 12 a 30 per mano dei Junior All Blacks.
Gli unici successi per gli azzurri sono arrivati contro le selezioni neozelandesi di Waiparapa Bush, il cui coach era un certo Brian Lochore, e di Horowhenua, e poi l’8 luglio a Papete, nella sfida che ha chiuso il tour con la neonata (grazie allo stesso Villepreux) selezione di Tahiti, asfaltata 74 a 0.

Nel frattempo il San Donà si era stabilizzato a metà classifica del massimo campionato italiano, ottenendo un ottimo quarto posto nella stagione 1982-83. Il Pivo, dal canto suo, continuava a marcare mete, terminando spesso l’annata in doppia cifra. L'apice il ragazzo lo ha ottenuto nel 1983-84, quando ha varcato la linea ben 15 volte, a due sole lunghezze dal metaman di campionato, l’ala del Petrarca Padova Michele Prà.

Nella stagione 1985-86 Pivetta è passato alla Benetton Treviso, dove ha messo a segno sette mete, con la squadra della Marca che è arrivata terza nella Pool scudetto alle spalle del Petrarca di Vittorio Munari, che ha vinto il suo decimo scudetto fregiandosi così della stella, e de L’Aquila. Proprio quell’anno c’è stata la ristrutturazione del campionato, con riduzione da 16 a 12 squadre per la stagione successiva. In questo modo sono state richieste sei retrocessioni e il San Donà, nonostante il quinto posto nella poule salvezza, ci è caduto dentro.
Così, al suo ritorno in riva al Piave nella stagione 1986-87, Pivetta ha disputato il campionato di serie B (che da quel momento ha preso il nome di serie A2). Grazie anche alle sue 13 marcatura, i bianco-celesti hanno raggiunto il secondo posto in classifica e sono prontamente risaliti al livello superiore, dove con altre 11 mete del Pivo hanno guadagnato un onorevole settimo posto.

pivettaL’avanti di Musile, intanto, proseguiva la sua avventura in azzurro, non più sotto la guida di Pierrot Villepreux, ma con la coppia Paolo Palladini e Marco Pulli in veste di allenatori. Il 10 settembre 1983, a Casablanca, il ragazzo è entrato in campo dalla panchina contro il Marocco al posto di un terza linea. Il 18 maggio 1985 a Mantova, invece, Pivetta ha realizzato alla Spagna la sua prima meta internazionale, mentre un’altra l'ha marcata un mese più tardi allo Zimbabwe a Bulawayo, durante il tour nel paese africano che ha visto la nostra nazionale vincere tutte le sei gare disputate, compresi i due test match.

A novembre sulla panchina italiana si è seduto Marco Bollesan. Con lui il Pivo ha disputato una sola partita nel 1986, contro il Portogallo a Jesi il 13 aprile. È stata questa la sua ultima sfida azzurra nel ruolo di pilone. Da questo momento, infatti, il ragazzo ha definitamente giocato tallonatore.

Nel 1987 Giancarlo ha preso parte alla storica spedizione della prima Coppa del Mondo di rugby in Nuova Zelanda, dove, però, non è mai stato impiegato. Titolare al centro del front row era il tallonatore de L’Aquila Giorgio Morelli, mentre i piloni erano Guido Rossi e Stefano Lupini.

Il 2 giugno 1989, al Fattori di L’Aquila, Pivetta ha realizzato la sua terza meta con la maglia della nazionale, ora sotto la guida tecnica di Loreto “mezzo sigaro” Cucchiarelli, durante una partita di Coppa FIRA con la Spagna vinta 33 a 19.

A fine settembre dell'89 la Federazione italiana ha affidato la squadra azzurra al francese di Laloubère Bertrand Fourcade, il quale ha mantenuto Pivetta nella posizione di tallonatore, stretto tra i piloni Guido Rossi, Giovanni Grespan. Massimo Cuttitta e Franco Properzi.

Il 21 aprile 1991, in una gara con la Romania a Bucarest, Giancarlo ha marcato quella che è diventata la sua meta più celebre, in quanto….non era meta. Con gli azzurri sotto 15 a 18, a tempo scaduto il pallone è stato calciato avanti ed è caduto all'interno dell’area di meta rumena. I giocatori lo hanno rincorso e nel caos che ne è scaturito l’arbitro francese ha visto lucciole per lanterne e ha decretato la segnatura per l’Italia, probabilmente fuorviato da alcuni dei nostri che indicavano Pivetta quale marcatore. In realtà l’azzurro più vicino all'ovale si trovava a parecchi metri di distanza. Gigi Troiani ha trasformato tra la rabbia dei padroni di casa e l'Italia ha vinto 21 a 18.

A giugno la squadra italiana è partita per un breve tour in Namibia, nazione diventata indipendente soltanto l’anno precedente. Il tour ha visto gli uomini di Fourcade, che proprio lì ha fatto esordire Paolo Vaccari, vincere i tre incontri non ufficiali, ma perdere entrambi i test match giocati con il XV di casa.

In autunno è andata in scena la Coppa del Mondo in Inghilterra e Pivetta, finalmente, l'ha vissuta da protagonista.

Il tallonatore del San Donà ha giocato tutte e tre le partite che l’Italia ha svolto durante il torneo iridato. Si è cominciato il 5 ottobre a Otley con la bella vittoria sugli Stati Uniti per 30 a 9, con quattro mete realizzate, tra cui quella stupenda di Ivan Francescato, a seguito di una touche battuta dal Pivo. Tre giorni più tardi gli azzurri sono stati asfaltati 36 a 6 a Twickenham dall’Inghilterra; partita che ha avuto una coda a dir poco tempestosa, con i padroni di casa che hanno accusato gli italiani di “sistematico antigioco”.
L’ultimo incontro gli uomini di Fourcade lo hanno disputato il 13 ottobre al Welford Road di Leicester, lo stadio dei Tigers. Gli avversari erano i temibili All Blacks, campioni del mondo in carica, e Pivetta, causa l’assenza di Gianni Zanon, aveva ricevuto la fascia da capitano. Chi si aspettava una disfatta azzurra è rimasto deluso; nostri ragazzi sono riusciti a contenere i fenomeni dell’altro mondo tanto nel gioco quanto nel risultato. La meta lampo di Zinzan Brooke dopo soli 2 minuti, quella di Craig Innes al 25°, di Va'aiga Tuigamala all’inizio del secondo e la marcatura di Jason Hewett a venti dalla fine non hanno spaventato gli italiani. Dal più giovane, il 20enne Paolo Vaccari, al più anziano, anche se esordiente, il 36enne Alessandro Bottacchiari, hanno lottato come gli spartani di Leonida alle Termopili. La nostra prima line, formata da Massimo Cuttitta, poi sostituito da Giovanni Grespan, il Pivo e Franchino Properzi, quel giorno ha dato davvero filo da torcere al temibile trio Steve McDowell, Sean Fitzpatrick e Richard Loe. Per noi sono andati oltre la linea Marcello Cuttitta e Massimo Bonomi, mentre il piede caldo di Diego Dominguez ci ha regalato 12 punti, gli stessi del cecchino Grant Fox. Il 31 a 21 è il miglior risultato di sempre dei nostri contro i neri, a parte la sfida dell'Appiani di Padova del 1977 finita 17 a 9, ma quella non aveva ottenuto l'ufficialità. A fine gara il leggendario capitano Wayne Shelford ha affermato che “gli All Blacks hanno vinto, ma ha trionfare è stata l’Italia.”.

Giovanni Grespan, il Pivo e Franchino Properzi, la prima linea che ha affrontato gli All Blacks ai mondiali del 1991


Terminato il mondiale, esattamente il 3 novembre 1991, l’Italia è volata a Mosca per una partita di Coppa FIRA. Gli azzurri hanno vinto 21 a 3 e tra le quattro mete realizzate c’è stata anche la numero cinque in carriera di Giancarlo Pivetta, che era ancora il capitano della squadra.

Il Pivo ha guidato da skipper la nazionale anche nelle successive tre partite disputate nel 1992: una contro il XV francese chiamato France Espoirs e due con la Romania.

Sul fronte nazionale, la stagione 1991-92 ha visto l’Iranian Loom San Donà terminare il campionato al terzo posto in classifica, alle spalle soltanto di Amatori Milano e di Rovigo. I bianco-azzurri sono poi stati sconfitti nei quarti di finale dei play-off da L’Aquila, ma soltanto dopo avere costretto gli abruzzesi alla partita di spareggio.

Pivetta quell’anno ha marcato 13 mete, mentre altre 5 ne ha realizzate in quello successivo, quando il San Donà era griffato Panto e da L’Aquila è arrivato un certo Joel Stransky, futuro campione del mondo con gli Springboks. La gara migliore di quella stagione è stata sicuramente quella di ritorno con il Rovigo, dove il XV del Piave ha ottenuto una storica vittoria al Battaglini per 11 a 8. La squadra ha quindi sconfitto il Tarvisium ai quarti dei play-off ed è volata in semifinale, dove ha perso di poco (28 a 27 a 25 a 17) le due sfide con la Benetton Treviso.

Nel giugno 1993 Giancarlo ha partecipato ai Giochi del Mediterraneo, disputando tre gare contro Croazia, Marocco (entrando dalla panchina al posto di Carlo Orlandi) e Spagna. Quest’ultima, giocata il 21 giugno a Perpignan, ha chiuso dopo 14 anni l’onorata carriera di questo grande atleta. Capitano quel giorno era il giovane Massimo Giovanelli e la partita, per la cronaca, è stata vinta dagli azzurri 38 a 6.

La stagione 1997-98 ha visto il pilone-tallonatore salutare il Rugby San Donà e passare tra le fila del Mirano Rugby 1957, che militava in serie A1. Quell'anno i bianco-neri sono arrivati terzi nella pool promozione, ma grazie ad un ripescaggio, a causa della fusione tra il Milan e il Calvisano, sono riusciti a compiere il salto nella massima serie.

La stagione seguente il Lofra Mirano ha partecipato alla pool salvezza, riuscendo a conquistare la permanenze in serie A1 a discapito di CUS Padova e delle Fiamme Oro. A quel punto, però, arrivato a 42 anni, ovvero il limite massimo concesso dalla Federazione ad un atleta per giocare a livello agonistico, Pivetta è stato costretto ad appendere le scarpette al chiodo.

Il ragazzo, però, non ha lasciato il rugby ed è passato direttamente dal campo alla panchina, proprio quella del Mirano, dov'è rimasto sino al 2002, con la squadra scesa in Serie A2.

Nel 2002 Giancarlo è tornato a San Donà. I bianco-celesti erano retrocessi in purgatorio nella stagione 2000-01, dopo anni di gloriosa militanza in serie A, per poi cadere in serie B nel 2004-2005. Pivetta l’ha riportata in A2 l’annata seguente, ma nel 2007 ha lasciato il club e si è preso carico nuovamente del Mirano per altre due stagioni.

Nel 2009 l’ex nazionale azzurro si è seduto sulla panchina del Jesolo Rugby 1987. La giovane realtà della presidente Silvia Lazzarini militava in serie C, ma già alla sua prima stagione, campionato 2009/2010, Pivetta l’ha portata vicinissima alla serie B, vedendo sfumare la promozione solo per il fatto che la società non era riuscita ad allestire tutte le formazioni giovanili previste dai regolamento.
Lo storico salto è arrivato l’anno seguente, nella stagione 2010-2011, quando lo Jesolo si è classificato primo nel girone Elite ed è salito per la prima volta nella sua storia nel campionato di Serie B, inserito nel girone del Mirano.

Pivetta ha lasciato i verde-blu nel 2012, sostituito da Bressan, un altro ex atleta del San Donà.

 

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