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Il rugby "is not for italians" è un motto con cui gli inglesi ci hanno messi per anni alla berlina. D'altro canto noi del Bel Paese nel 2003 partecipammo ad una World Cup (quella di rugby a XV) con una rosa arricchita da otto equiparati. Adesso le cose, dal punto di vista di oriundi, sembrano essere cambiate, grazie anche al maggior impatto mediatico del Sei Nazioni. Purtroppo il rugby league (meglio noto come rugby XIII) in Italia ha poco, pochissimo spazio (prossimo allo zero) e sul quale sorge il disappunto riguardo all'ignoranza generale della dirigenza FIR, che non poteva risparmiarsi la gaffe di "riconoscere l'esistenza della Federazione Italiana Rugby League", tanto che la Rugby League International Federation dovette rispondere per chiarire le idee a Gavazzi e compagni.

Una nazionale italiana di rugby XIII non manca, peccato che non la si può definire proprio italiana. Perchè l'Italrugby del league ha al suo interno una schiera di giocatori italo-australiani. Questo perchè in Australia non manca la linea di sangue con il nostro Paese e molti discendenti di immigrati italiani hanno deciso di vestire la maglia azzurra.

Per intenderci l'attuale CT azzurro è Cameron Ciraldo, nativo di Sydney, che dopo aver partecipato da giocatore alla RLWC 2013 ha vestito i panni da allenatore della nazionale azzurra... a soli 32 anni. Sempre nel 2013, anno in cui si è disputata l'ultima Rugby League World Cup, il capitano della nostra nazionale fu la leggenda del rugby australiano Anthony Minichiello, estremo, bandiera dei Sydney Roosters (con cui ha totalizzato 302 presenze e 139 mete) e giocatore dell'anno nel 2005. Minichiello aveva indossato anche la maglia dell'Australia, con cui partecipò al Tri Nations Championship del 2004 e 2005. Con lui c'era anche il fratello Mark Minichiello, ex-seconda linea dei Sydney Rabbithos (la squadra di Russell Crowe), e tante altre stelle della National Rugby League come Josh Mantellato, Joel Riethmuller, Brenden Santi, Anthony Lanfranchi, Aidan Guerra. Insomma in questa sfilza di Aussies c'era posto soltanto per un italiano-italiano: Gioele Celerino, seconda linea dei Newcastle Thunder.

Insomma con questa squadra l'Italia vinse sorprendentemente contro il Galles, nella sfida giocata al Millennium Stadium in Coppa del Mondo, pareggiò con la Scozia e per poco non accedeva ai quarti di finale se non fosse la sconfitta rimediata con Tonga.

Nella prossima Coppa del Mondo, che inizierà il prossimo ottobre (si disputerà in Australia, Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea) per sopperire alla penuria di talenti e all'obbligo della Federazione di presentare giocatori di taratura internazionale, avremo nuovamente un'Italia d'Australia. Nello spareggio giocato con la Russia lo scorso novembre in campo c'era il neo-capitano Terry Campese (classe 1984 di Queanbeyan, Nuovo Galles del Sud) con altri giocatori "paisani": Ryan Tramonte, Dean Parata, Ryan Ghietti, Richard Lepori, Christophe Calegari, Chris Centrone, Mason Cerruto... e altri ancora.

Non è mai un piacere vedere una nazionale che non sa cantare quello che dovrebbe essere il proprio inno nazionale, ma resta il fatto che almeno in questo campo qualche risultato positivo è giunto (addirittura una vittoria con l'Inghilterra a Salford, in amichevole). D'altra parte la moda di naturalizzare una rosa intera l'hanno importata anche in Scozia e Irlanda, dove le rispettive nazionali di rugby league sono composte da inglesi e australiani.

Qui troverete il video degli highlights di Galles-Italia giocata al Millennium Stadium nell'ambito della RLWC 2013.