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Sicuramente inaspettata è arrivata la notizia della batosta rimediata dall’Argentina per mano del Sud Africa (14-72 ), un risultato pesante che, unito allo scarto minimo della sconfitta italiana con la Scozia per 17-16… Udite udite: ci fa entrare di fatto tra le migliori 8 al mondo!  -48 la differenza punti dei Pumitas contro i -42 degli azzurrini.
L’Italia U20 di Troncon e Orlandi giocherà i playoff per le posizioni dal 5° all’8°, risultato storico. Mai una selezione azzurra U20 aveva fatto meglio.

Risultati e classifiche del World Rugby U20 Championship

Ora però analizziamo la partita con la Scozia:

Tanto per restare in tema, e detto che i dubbi sulla validità (ostruzione?) della meta scozzese che ha deciso il match permangono, ho deciso di archiviare il 16-17 georgiano che ha condannato la giovane Italia di Castoro Troncon al terzo e inutile (se non per la permanenza nel girone di quelli forti, che non è poco) posto nel girone, alla lettera N. Enne come Nairn, l'ala destra della Scozia autore della prima marcatura con una delle più classiche azioni individuali. Dopo aver ricevuto una pallaccia (rivedansi linee di corsa e qualità dei primi due passaggi al largo, nefandi, a dir poco) in situazione di 1c1, con il difensore italiano a occupare il binario. A questo punto Nairn, da solo, o meglio, con la quantità industriale di reattività che abita nelle sue caviglie e di potenza domiciliata nelle sue gambe, si fuma con un cambio di passo all'interno il diretto avversario (il nostro estremo), per poi allargare a destra, rendere vano il placcaggio laterale e basso del secondo azzurro accorso, annullare con la medesima esecuzione (compasso largo, baricentro abbassato e piede che pesta forte a terra) il tentativo del terzo, prima di planare oltre la linea bianca fra i meritati applausi.

Il sopranominato Nairn, che di nome fa Robbie, nato a Livington nel febbraio del 1997, educato alla Currie Community High School di Edinburgo, alto 192 cm per poco più di un quintale di peso è uno di quei "famosi/classici" esempi di talento naturale catturato dal rugby, in un paese come la Scozia che conta poco più di 5 milioni di abitanti, femmine, neonati e anziani compresi. Ribadisco il concetto espresso qualche giorno fa sulle colonne di questo sito: di gente di vent'anni, con le qualità atletiche (in questo caso la reattività di caviglie e la potenza degli arti inferiori) e le misure di Robbie Nairn, in Italia ce n'è. E anche più d'una. Il problema (nostro) è che, per trovarli, dovremmo girare per i campi di calcio di prima o seconda categoria (non serve scomodare il pallone professionale) e dare un'occhiata a portieri e centrali difensivi, o nelle palestre dove si gioca a pallamano e a basket, ai bordi di qualche piscina (pallanuoto), o seguire una o due corse in bici di dilettanti (anche non di Elite). Ne troveremmo quasi dappertutto, insomma, tranne che su un campo da rugby. 

È questo che ci frega, è non è una colpa, sia chiaro. Ma il manifestarsi di una crisi, la sua spiegazione. A meno che qualcuno non ritenga che "con i giusti esercizi in allenamento" e non so dire con "quale diavoleria didattico-sperimentale", di un soggetto non dotato del corredo di doti naturali del nostro Robbie, si possa "costruire" qualcosa che sul campo ne pareggi la qualità e l'efficacia. Padroni di pensarlo, e di ritenere che tutto possa essere generato da un buon allenamento e da un grande allenatore. Ma vi informo: purtroppo per noi e per le speranze del nostro rugby, non è così. Ed è questa, in ultima e definitiva analisi, la ragione per cui una Nazione di 65 milioni di abitanti non riesce a battere l'equivalente di mezza Lombardia. Rinnovo l'invito: occorre raffinare e potenziare la fase di reclutamento. Nel tentativo di invertire la tendenza per cui, da noi, due fratelli in tutto e per tutto identici a Richie e Jonny Gray (tanto per restare oltre i vallo di Adriano), sarebbero finiti a giocare a pallacanestro in qualche C2 o C1 a 500 euro/mese in nero, o in qualche serie B di volley per lo stesso micragnoso rimborso spese. O in una formazione di Lega Pro del pallone rotondo, a fare i portieri.

 

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Foto @WorldRugby