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Steve Thompson era tra gli eroi d’Inghilterra portati in trionfo a Trafalgar Square di ritorno dalla vittoriosa Rugby World Cup 2003. Il tallonatore campione del mondo però non ricorda di aver vinto quella finale con l’Australia (20-17) e quel famoso drop di Jonny Wilkinson ai tempi supplementari.

 

Il 42enne ha infatti recentemente rivelato al Guardian di soffrire di demenza ad insorgenza precoce. Lo stesso giorno il terza linea ex nazionale gallese Alix Popham, 40 anni, ha rivelato di soffrire degli stessi sintomi e di essersi rivolto ai medici preoccupato da sbalzi di umore al confine del cambio di personalità. Thompson, Popham e altri 6 colleghi, tutti Under 45, intendono portare in tribunale la RFU (federazione inglese), la WRU (federazione gallese) e World Rugby - l'organo mondiale di questo sport -, per non aver fatto abbastanza per proteggere i giocatori dai rischi a breve e a lungo termine di traumi cerebrali.

Si tratta di una causa che potrebbe cambiare per sempre la storia del rugby, ad imporsi è proprio la prima generazione di «pensionati» dopo che il rugby britannico è diventato professionistico nel '95.

 

15 nuove regole

Inoltre il gruppo di ex giocatori propone una lista di 15 nuove regole tra le quali il limitare i contatti in allenamento e una serie di misure per individuare i traumi cerebrali compresa l'introduzione di encefalogrammi obbligatori all'inizio di ogni stagione.

 

 

 

 

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