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Un'inchiesta senza precedenti negli ultimi giorni ha investito la Nuova Zelanda che per anni si è vantata di essere un paese "pulito" nello sport. 

Gli atleti trovati positivi ai test antidoping sono ottanta ma, la fetta maggiore, è rappresentata da un folto gruppo di rugbysti (circa il 40% del totale). Nessun giocatore degli All Blacks sarebbe coinvolto nella faccenda, ma è chiaro che in essa sarebbero invischiati molti atleti dei college.

Il caso giunge in un periodo di massima allerta per il WADA - la squalifica degli atleti russi alle Olimpiadi di Rio e alle prossime Olimpiadi invernali di Pyeongchang resta un caso emblematico - che ha raccomandato la massima severità e una linea dura contro il doping.

Tutto avrebbe avuto inizio con tale Joshua Francis Townshead, condannato a due anni di reclusione dalla Corte di Christchurch. Townshead è stato accusato di aver messo in vendita, tramite un sito internet web, lo steroide clenbuterol ed altre sostanze.

L'agenzia Drug Free Sport NZ, grazie al database del sito in questione, è risalita a tutti gli utenti che hanno acquistato sostanze illegali, molti dei quali giovani sportivi dei college e delle università neozelandesi, ma anche numerosi atleti professionisti.

 

Foto Stefano Delfrate