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Il delicato argomento concussion nel rugby torna in auge dopo la toccante intervista rilasciata dall’ex capitano del Galles Ryan Jones.

Il 43enne terza linea dei Dragoni e dei British Lions nel Tour 2013 soffre di demenza precoce e una molto probabile encefalopatia traumatica cronica a causa delle ripetute commozioni cerebrali subite in 18 anni di carriera.

Il 76 volte Dragone e 33 volte capitano del Galles si è unito all’azione legale di altri 9 ex giocatori contro World Rugby, RFU (federazione inglese) e WRU (federazione gallese).

 

Il dramma e la terribile diagnosi:

 

“Rischio di non ricordare più nulla della mia carriera. Sono davvero spaventato. Ho paura. Ho tre figli e tre figliastri. Voglio solo essere un padre fantastico” racconta Ryan Jones intervistato al Sunday Times.

“Inizialmente, dimenticavo alcune cose, soprattutto mancava la memoria a breve termine”, spiega al settimanale britannico, “avevo sempre la testa pesante, ma pensavo fosse solo stanchezza o qualche impedimento temporaneo”.

 

Dopo il suo ritiro con il passare del tempo le cose si sono aggravate. È sopraggiunta una depressione e all’ex numero 8 gallese viene diagnosticata una grave patologia cerebrale. Jones è vittima di una sindrome degenerativa cerebrale e purtroppo sembra esserci poco da fare. La moglie Charlie, durante l’intervista, ha rivelato che “ogni tanto faccio ascoltare a Ryan delle registrazioni di cose dette poco prima ma di cui non ricorda più nulla. A volte mi sembra di parlare con mio nonno 85enne”. Uno dei figli di Jones, 10 anni, gioca proprio a rugby e ora l’ex capitano non sa come comportarsi: “E se capitasse lo stesso anche a lui?”.

 

“Vorrei solo condurre una vita felice, sana e normale, ma sento che mi è stata portata via e non c’è niente che io possa fare. Non posso più allenarmi, non posso fare l’arbitro, non so più quali siano le regole del gioco” conclude Jones.

 

Sono 9 gli ex giocatori, tra cui l’inglese campione del mondo 2003 Steve Thompson, il connazionale di quest'ultimo Michael Lipman, e il gallese Alex Popham ad aver intrapreso una causa senza precedenti contro World Rugby e le federazioni responsabili.

 

Gli ex giocatori chiedono prima risarcimenti per la “negligenza” delle istituzioni nel proteggere la loro salute e poi di cambiare le regole per prevenire in futuro tragici casi di questo tipo. Sono stati chiesti ufficialmente più giorni di riposo sia tra le sessioni di allenamento che per le partite.