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Eccole, puntuali e curiose come sempre, Giorgio Sbrocco da i voti all’ultimo test match dell’anno solare che ha visto Tonga sopraffare l’Italia. Dopo la storica vittoria di settimana scorsa contro il Sudafrica quello di oggi con i tongani è stato un grande passo indietro. Le pagelle di Sbrocco:

Difficili da fare le pagelle di questo Italia – Tonga che per molti (troppi) aveva assunto le sembianze di una sorta di sine cura, una formalità semplicemente da espletare, un guado fra i meno impegnativi sulla strada di non si capisce bene cosa. Difficili da fare, queste pagelle, perché arduo è il processo valutativo che andrebbe percorso nel tentativo di capire (e conseguentemente di decidere) se i ragazzi di O'Shea e O'Shea stesso, meritino, in questa serata padovana che molto aveva promesso ma quasi nulla ha mantenuto, la più oggettiva e spietata delle condanne. Per restare in tema di esami (che non finiscono mai, come è noto), resta da scegliere fra l'opzione A (torni al prossimo appello), la B (sparisca dalla mia vista) e la C (mi dia il libretto che glielo brucio). Altro pare non possa e debba porsi in termini di ponderata, anche se irrancidita dagli eventi, decisione. 

O'Shea  – In conferenza stampa si addossa la responsabilità dei tre calci di punizione non piazzati e spediti in rimessa laterale sui 5 metri. Il primo ha fruttato la meta di Cittadini, il secondo un in avanti, il terzo un calcio contro. In una partita persa di 2.... Un altro avrebbe esercitato il (sacro) diritto all'arrampicata sugli specchi. Di questo gli va dato atto. "Una giornata che gradirei non rivivere" la sua lapidaria definizione conclusiva. Dopo aver chiamato "speciale" il gruppo lui affidato. Tanto di cappello, nonostante tutto. Voto: sospeso in attesa di secondo appello. Quello di febbraio.

Venditti -  Corre, spesso a vuoto, nel tentativo di portare pressione sul gioco al piede dei suoi. Piazza un paio di placcaggi discreti anche se non esattamente dirompenti e devastanti. Al minuto 62' esibisce mani fatate di cui non conoscevamo l'esistenza. Consegna a Bisegni la palla che avrebbe deciso in nostro favore la sfida. Quel piede sulla linea cambierà poi il corso degli eventi. Ma il gesto tecnico di eccelsa fattura rimane. Voto: 10

McLean: Difende con un certo affanno su penetrazioni dritto per dritto che notoriamente non ama (e chi mai ama certi impatti?), però non smarrisce il filo di una prestazione difensiva sempre puntuale e mai squilibrata. Porta avanti un paio di palloni sporchi resistendo a impatti non banali. Poi al minuto 55' sfodera il chip dell'anno, se lo va a riprendere in terzo tempo e, atterrando, lancia le gambe giovani e fresche di Allan per la volata fin sotto i pali. Lo votano Man of the match. Chiunque sia stato a prendere la decisione, e per quanto poco possa valere saperlo, ha tutto il mio appoggio. Voto: 9

Ferrari – Quaglio: A Firenze avevano ottenuto il massimo dei voti. Meritando ogni singolo decimale. Della loro serata padovana resterà (purtroppo) solo l'asfaltata rimediata al primo ingaggio delle ripresa che ha fruttato il calcio del primo sorpasso tongano. Scripta manent. Facta: pure. Voto: 5

Canna: Meno lucido e ispirato del solito. Mette un paio di buone pedate in avvio ma poi si perde dentro un gioco su cui non riesce a incidere e in sequenze nel corso delle quali mai gli riesce di piazzare la zampata decisiva. Il calcio a seguire del primo tempo che meritava altro esito (e altra esecuzione) dopo il super recupero firmato da Favaro a metà campo va archiviato alla voce "come ti spreco un'occasione grande come una casa". Voto: 5

Bronzini: Bella partita! Si spegne nella ripresa e O'Shea lo avvicenda (forse) con qualche minuto di ritardo. Suo il buco sontuoso nel primo tempo lungo l'out sinistro che Van Schalkwyk sostiene mancando di un niente la presa che avrebbe... Ma  il mediano c'è! Voto: 9

Gega: Per la seconda volta in 7 giorni si sciroppa 80 minuti su 80. Che per uno col n.2 sulle spalle, di questi tempi, è tutto meno che ordinario o normale. Ha un bel lancio e una discreta mobilità, solido nello stretto, non è un fulmine negli spazi allargati ma quel che c'è da fare lo fa. Ghiraldini guarirà, lui si conferma il migliore dei sostituti. Voto: 8

Geldenhuys: Il prossimo Sei Nazioni non dovrebbe farlo. Chiuderà la carriera da Zebra in Pro 12. Saluta la Nazionale sapendo di aver dato tanto e sempre con lo spirito giusto. Seconda linea di fatica e di sacrificio, capace di puntellare mischie anche non eccezionali grazie a quantità industriali di lavoro oscuro e (quando è servito) sporco quanto basta. Grazie! A nome di tutti. Voto: 10 di riconoscenza. Dovuta.

Favaro: Si dispera, in campo e anche dopo, per il fallo a terra che Lacey gli addebita (o è stato Ferrari?) ma soprattutto per la sconfitta rimediata nel giorno della sua prima captaincy internazionale. Sbaglia ma, conoscendolo, sarebbe insensato pensare a un epilogo diverso. Lo scouting della gara dirà (vado a naso, domani controllerò) di un volume di lavoro (work rate) da grande del rugby. A memoria: almeno quattro recuperi generati da altrettanti placcaggi. Al terzo Test in 15 giorni, basta e avanza per un altro meritatissimo 10.

Pubblico dell'Euganeo (18.175 paganti): Fischia la decisione (sacrosanta) del Tmo di annullare la meta di Bisegni, poi si fa riprendere pubblicamente dal vocione tonante e perfettamente impostato del grande Saverio G. quando accenna a zufolare sulla rincorsa dell'isolano dalla piazzola. Voto: 5

Arbitro Lacey: Modesto. Viene dal Pro 12 e si vede! Chiude con dubbi sulla meta di Piutau (ostruzione, in avanti, entrambe le cose?), altri sul giallo a Mapapalangi. In una partita finita in volata e vinta di 2... Voto: 6 (meno, meno, meno)

Tonga (Nazionale di): prendi un gruppo eterogeno di atleti provenienti da campionati sparsi per il pianeta, uniformati (anche se non amalgamati) sotto le sacre leggi delle tavole del rugby. Consegna loro alcuni meccanismo chiusi di consolidata e dimostrata efficacia (rimessa, mischia chiusa, difesa al largo), una spruzzatina di ping pong rugby tattico, anche se non ancora perfetto nella ricostituzione dei triangoli profondi, assegna a un paio di elementi il ruolo di guastatore e di giustiziere... La meno "isolana" delle formazioni del Pacifico del sud ha dato dimostrazione di praticare un rugby elementare ma a suo modo rigoroso e, purtroppo per noi, efficace. Molto efficace. Letale. Voto: 10 e lode.

Organizzazione: Inno di Tonga cantato (splendidamente) su base registrata, quello di Mameli con l'accompagnamento della banda militare (giunta da Milano, perché da così lontano?). Disparità di trattamento incomprensibile e discretamente cafona. Il galateo internazionale, il buon senso e il culto dell'ospitalità avrebbero imposto altre scelte. In compenso: fettuccine per la stampa al press lunch da urlo! Ma lo sgarbo rimane. Voto: 5

 

Giorgio Sbrocco

 

Le dichiarazioni di Conor O'Shea e Simone Favaro nel post match

Tabellino formazioni e statistiche di Italia - Tonga

 

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Foto Alfio Guarise