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Asad Ziar è il direttore generale della Federazione Afgana di Rugby. L'ho conosciuto qualche tempo fa su LinkedIn e sono rimasto molto affascinato dai suoi racconti appassionati sulla crescita del movimento rugbistico in Afghanistan, terra martoriata da decenni di conflitti. E' stato felice di rispondere ad alcune mie domande.

 

Ciao Asad, credo fermamente nel rugby come lo sport di squadra per eccellenza, quindi è molto interessante per me capire come ciò può funzionare nella dura realtà del tuo paese, l'Afghanistan.

Il rugby è stato introdotto in Afghanistan da me e il Sig. Mohammad Mansour, un uomo d'affari che  ha interessi a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti e nel Regno Unito, a partire dalla primavera del 2011. Il rugby ha riscosso subito molto successo, con molte persone che hanno lasciato altri sport per unirsi a questa nuova attività di cui non sapevano niente. Il rugby si adatta bene alla robustezza del fisico degli afgani e il suo DNA è simile allo sport nazionale del Buzkashi, che però viene giocato con la carcassa di una capra morta o di una pecora. Io ho girato tutto il paese per aprire nuovi club e insegnare a ragazzi e uomini le abilità minime di cui hanno bisogno. Il nostro scopo è quello di sostenere bambini, bambine, ragazzi, ragazze e adulti che scelgono lo sport come alternativa al conflitto, alla droga e alla sofferenza. Non vogliamo dare giudizi sulla guerra o sugli individui: ci concentriamo sullo sport, sul fare qualcosa di positivo e sul divertirsi.

 

Quali sono le maggiori difficoltà nello sviluppo del rugby?

Le maggiori difficoltà sono legate ai campi da gioco. In più, in Afghanistan non è disponibile nemmeno un pallone da rugby, dobbiamo far affidamento ai nostri amici all'estero per tutta l'attrezzatura. Facciamo un attento monitoraggio sulle donazioni che riceviamo, ogni singolo penny che ci viene donato viene rendicontato e utilizzato per le nostre attività sportive. Se ci vengono donati kit sportivi, mandiamo video e foto di come sono utilizzati. Questo perché nel nostro paese la corruzione è molto diffusa e noi non vogliamo che certe persone si uniscano a noi.

Qual è il successo più prezioso degli ultimi anni?

Il maggiore successo è quello di avere oggi un vero programma di sviluppo di lunga durata. L'altro è stato quello di avere battuto Libano, Giordania ed Emirati Arabi in un torneo internazionale di Rugby Seven nel 2014.

 

Come state organizzando la promozione del rugby?

I giovani si avvicinano al rugby per alcune somiglianze col Buzkashi, che però è uno sport dispendioso, richiede l'acquisto di un cavallo e per questo non si sta più sviluppando. Per la promozione stiamo seguendo ciò che la Federazione di Cricket ha fatto negli anni scorsi con grande successo. In particolare presentiamo il rugby nelle scuole e siamo molto orgogliosi del fatto di presentare il rugby anche alle bambine e alle ragazze. Ad esempio, nel 2013 abbiamo presentato il rugby a più di seicento ragazze delle scuole di Kabul e una settimana dopo cento di loro si sono presentate agli allenamenti, anche grazie alla collaborazione della Preside della scuola. Stiamo inoltre cercando di tradurre i manuali inglesi nelle varie lingue afgane, così da poterli distribuire nelle scuole. Attraverso lo sviluppo dello sport, possiamo raggiungere obiettivi di sviluppo personale più vasti, possiamo gettare un ponte culturale tra le divisioni etniche, rafforzare l'integrazione sociale, promuovere stili di vita sani e la tolleranza.