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Giovedì mattina è stata consegnata ufficialmente una lettera di “reclamo pre-azione” a World Rugby, Rugby Football Union e Welsh Rugby Union per conto di nove giocatori rappresentati dalla Rylands Law.

L’ex nazionale inglese campione del mondo Steve Thompson, Michael Lipman e il flanker del Galles Alix Popham, il 30enne centro del Galles U20 Adam Hughes sono solo alcuni dei giocatori che hanno portato in tribunale le tre federazioni internazionali a causa dei danni cerebrali di cui stanno soffrendo.

Thompson ha rivelato la scorsa settimana di soffrire di demenza ad insorgenza precoce a causa delle lesioni cerebrali subite durante la sua carriera da giocatore di rugby professionista. L’ex tallonatore campione del mondo con l’Inghilterra non ricorderebbe di aver vinto la finale del 2003.

Rylands Law afferma di avere contatti con oltre 130 giocatori in pensione, tutti si lamentano degli organi di governo che non sarebbero riusciti a fornire una protezione sufficiente dai rischi causati da commozione cerebrale.

A Hughes sono state diagnosticate lesioni cerebrali e sintomi post-commozione cerebrale da quando la sua carriera si è conclusa nel 2018, mentre ai restanti otto sono stati diagnosticati un trauma cranico, demenza precoce e probabile encefalopatia traumatica cronica (CTE), una malattia degenerativa progressiva del cervello che si riscontra in persone con una storia di trauma cerebrale ripetitivo.

Rylands Law sostiene che i rischi di commozioni cerebrali e lesioni sub-concussive erano "note e prevedibili" ed elenca 24 errori commessi da parte di World Rugby, RFU e WRU.

World Rugby, la federazione inglese e la federazione gallese dispongono di un termine massimo di tre mesi dalla data di presa visione della lettera di istanza di risposta. Lettera che si concentra su "accuse generali" piuttosto che su "un elenco esaustivo delle prove".

 

“Data l'importanza del rischio di danni cerebrali gravi e permanenti a seguito di lesioni concussive e sub-concussive, era compito di RFU, WRU e World Rugby adottare tali misure, concepire e attuare tali regole e le normative richieste al fine di rimuovere, ridurre o minimizzare i rischi di danno cerebrale permanente come conseguenza di tali lesioni concussive e subconcussive” si legge da un estratto della lettera.

 

Il post carriera di alcuni dei primi giocatori di rugby pro è davvero drammatico, si prospetta una causa che potrebbe cambiare il mondo del rugby.