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Non sarà il primo ma neanche l’ultimo, negli anni diversi italiani si sono spostati all’estero per migliorare il proprio rugby. Molti giocatori hanno attraversato le alpi per rispondere alla chiamata del vero professionismo in Francia o in Inghilterra, molti di meno, invece, sono gli allenatori che hanno provato o hanno avuto la possibilità di fare questo salto. Di giocatori italiani all’estero se ne parla spesso, una rarità invece è vedere un allenatore italiano all’estero, oggi noi di Rugbymeet vogliamo raccontarvi la storia di Andrea Pozzi, pilone destro originario di Pesaro che da qualche mese allena e gioca a Bury Saint Edmund, in Inghilterra.

Andrea Pozzi ha 30anni, in Italia ha giocato pilone destro nella massima serie con Crociati Parma, L'Aquila, Prato e Rovigo prima di tornare a casa e iniziare il percorso da allenatore con il Pesaro Rugby, suo club di appartenenza.

 

Andrea raccontaci la tua storia e cosa ti ha spinto in Inghilterra.

“A fine della stagione 2015 dopo la seconda finale persa con Rovigo e tanti anni di esperienza in Eccellenza e Serie A (Noceto), venni contattato dal mio club di origine il Pesaro Rugby che mi avanzò una proposta al quanto strana per un giocatore di 27 anni: giocare e allenare la mischia della prima squadra e diventare tecnico specialista degli avanti per tutte le categorie giovanili dalla 14 alla 18”.

“La sfida mi ha allettato subito, mi ha sempre affascinato allenare, sono stato allenato per molti anni da Filippo Frati, un maniaco del rugby, diciamo mi ha trasmesso questa passione per il coaching, vedere con quanta cura prestava attenzione ai dettagli e la sua instancabile voglia di formarsi e imparare mi ha sempre affascinato e di conseguenza contagiato.”

“Sta di fatto che dopo tre stagioni e due promozioni in serie A e una retrocessione dalla A alla B, ho capito che questo era quello che volevo fare nella vita, sicuramente la scelta di spostarmi in Inghilterra non è stata casuale, avevo voglia di cambiare aria, di rivoluzionare la mia vita e di prendere questa strada al 100%, così licenziatomi dal lavoro - Andrea era manager di una compagnia assicurativa - e concluso il mio contratto con Pesaro sono partito. Sicuramente ad ispirare la mia scelta è stato il fatto di aver potuto lavorare con un tecnico come Nicola Mazzucato, capo allenatore del Pesaro Rugby che nel suo bagaglio tecnico vanta il terzo livello Inglese (RFU). Da lui ho imparato tantissimo, lo considero veramente un tecnico di livello.”

 

Che rugby si respira in Inghilterra, la patria del Rugby.

“Alleno e gioco a Bury Saint Edmunds, una cittadina di 60.000 anime nell'est dell'Inghilterra a non più di 35 minuti da Cambridge. Gioco nella prima squadra che milita in National 2 (quarta serie inglese), sono assistente della prima squadra per gli avanti e Head coach della Junior Academy. 

Già, una bella rivoluzione, come giocatore posso dire che il livello è paragonabile all’Eccellenza (oggi Top12), un campionato molto fisico, e ricco di giocatori con degli skills personali incredibili, forse rispetto all'Eccellenza italiana c'è meno organizzazione sul campo, ma la differenza sta nel fatto che qui è semi-professionismo e ci si allena due sere a settimana, quindi non c'è tanto spazio per allenare sempre tutto come si vorrebbe, tutti i giocatori hanno un lavoro.”

 

Come procede il lavoro di allenatore?

L'esperienza da Head Coach della Junior academy (Under 16- 17- 18) mi ha preso molto, è la prima volta per me come capo allenatore e attualmente ho 40 ragazzi iscritti. Ovvio non sono da solo, ho uno staff di quattro ragazzi che a turno mi aiutano e siamo sempre almeno 3 in campo. La differenza sostanziale, ovviamente, è che qui il rugby è in pianta stabile nel tessuto sociale di questa nazione, ad esempio i miei ragazzi si allenano con il college, finiti gli allenamenti vanno a casa si cambiano e vengono agli allenamenti con il club, giocano sempre tutti i weekend senza pause (questo anche i seniores). Alcuni di loro che frequentano dei College privati hanno delle borse di studio (non pagano la retta) come giocatori e giocano al sabato per la loro scuola e la domenica per il loro club. Incredibile, bisogna mettergli un freno perché altrimenti rischiano anche di farsi male.”

“Ho conseguito il secondo livello inglese, presenzio quasi settimanalmente a corsi di aggiornamento organizzati dalla Federazione o da club di Premiership responsabili di questa area, sono stato un paio di volte ai Northampton Saints e ai Wasps per imparare dai loro corsi per allenatori. E’ incredibile quanto queste squadre investano sul rugby di base e sui club ma soprattutto sulla formazione degli allenatori. Anche questa è una grande differenza. Diciamo che ogni 10 giorni nel raggio di 40 km c'è sempre un corso di aggiornamento diverso a cui poter partecipare.”

 

E la stagione come sta andando?

“Ad oggi i risultati sono incoraggianti su 13 partite giocate ne abbiamo perse 3 e vinte 10, i ragazzi crescono settimana dopo settimana e come allenatore è entusiasmante vedere i risultati del proprio lavoro sul campo.”

 

Obbiettivi per il futuro?

A marzo ci saranno le applicazioni per il terzo livello RFU e io ad oggi ho i requisiti richiesti per iscrivermi, questo sicuramente è un obiettivo che voglio raggiungere nelle prossime stagioni e sicuramente proverò ad iscrivermi per vedere se riesco ad entrare nel gruppo di allenatori che lo farà la prossima stagione.”

 

 

 

 

 

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