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Lo scorso anno, in questo articolo, abbiamo raccontato la storia di Sara Mannini e le difficoltà di una ragazza nel riuscire a portare in campo con continuità la sua grande passione per il rugby. Cosa è cambiato dopo un anno? La federazione, i club, i comitati regionali, i genitori sono riusciti a fare sistema per far crescere un movimento femminile che è ben rappresentato dalle ragazze della Nazionale maggiore?

Ho incontrato di nuovo Sara e il babbo Alberto sullo stesso campo da rugby, quello del Cus Pisa, dell’intervista precedente. Sara si allena spesso qui, insieme alla formazione di sere A delle Linci, ma oggi è tesserata per le Puma Bisenzio, che con le Donne Etrusche è una delle tre squadre toscane femminili della sua categoria.

“Sono cambiate molte cose”, dice Alberto. “Un anno di lavoro e sacrifici tra le ragazze, i club, il comitato regionale toscano, i genitori e gli allenatori Niccolò Montalto e Pierre Eschylle, con il suo contributo in coda al progetto sperimentale promosso dal CRT, hanno creato un gruppo con un bell’affiatamento e la voglia di mostrare in campo un gioco strutturato. Il torneo di Treviso, dove le ragazze hanno affrontato coetanee di tutta Italia vincendo meritatamente, ne è una bella dimostrazione”.

Nel torneo giovanile di Treviso, Sara Mannini è stata eletta la migliore della sua categoria ma, come ha detto lei stessa, ha avuto il privilegio e l’onore di ritirare un premio che, davvero, è di tutta la squadra.

Ciao Sara, cosa è cambiato dallo scorso anno?

“Fino ad adesso in Toscana ci sono state due squadre U14, le Puma Bisenzio e il Gispi Prato, e due U16 Gispi Prato e Amatori Rosignano, che ci hanno permesso di partecipare a tornei, raggruppamenti e amichevoli per confrontarci con squadre e ragazze di tutta Italia. Quest’anno penso e spero che il comitato regionale ripromuova lo stesso progetto con i club che vorranno investire nel movimento femminile e tesserare le ragazze toscane delle categorie U14 e U16.”

Qual è il clima in questi tornei? C’è più competizione o voglia di migliorarsi?

“C’è agonismo, ma l’obiettivo è sempre quello di divertirsi. Se si vince vuol dire che si è lavorato bene, ma non conta solo quello. Per me è stato già un sogno il poter partecipare, visto che non avevo mai avuta occasione in precedenza.”

Come si è sviluppata la tua passione?

“Per me è stato l’anno più bello dei quattro anni che ho giocato a rugby, proprio perché ho potuto giocare insieme a ragazze di regioni dove il movimento è ancora più importante e con ragazze ancora più forti. La mia passione cresce sempre di più.”

L’attenzione alla Nazionale femminile sta aiutando secondo te alla diffusione del rugby tra le ragazze?

“Moltissimo, secondo me.”

Lo scorso anno il Comitato Toscano ha organizzato uno dei primissimi camp estivi riservati alle ragazze, so che hai partecipato, com’è stato?

“E’ stata un’esperienza bellissima, si è creato un gruppo fantastico e quest’anno all’Elba siamo di nuovo tutte lì, anzi ci saranno ancora più ragazze da tutta Italia che quando torneranno a casa contribuiranno a far crescere ancora il movimento femminile.”