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In partenza per Hong Kong, dove il 31 prenderà parte al Seven di qualificazione alle World Series di specialità, il ct dell’Italia femminile Andrea Di Giandomenico accetta di rispondere ad alcune domande di Rugbymeet. Obbligata la domanda di apertura:

ï         Deluso dal recente Sei Nazioni?
-          Inutile negarlo. È stato un torneo nel corso del quale non siamo riusciti e centrare obiettivi che ritenevamo alla nostra portata. Non un’esperienza del tutto negativa, sia chiaro! Ma eravamo partiti con un certo numero di convinzioni circa le quali, nel corso delle cinque partite, abbiamo dovuto operare alcuni aggiustamenti.

ï         Italia meno performante e, in alcuni casi, non all’altezza delle avversarie?
-          In parte è successo questo. Ci siamo scontrati con realtà che, onestamente, ritenevamo meno evolute, su tutti Scozia e Galles, che precediamo nel Ranking mondiale e che, alla prova del campo, si sono dimostrate complessi consistenti e ottimamente organizzati. E la Francia…

ï         E la Francia?
-          Che sinceramente mi ha stupito. Ha schierato una line arretrata formata da elementi veramente forti, nettamente superiori alla media delle pari ruolo del passato. Segno che anche la Francia ha deciso di investire nel settore e di destinare risorse importanti alla causa.

ï         Sarà l’effetto – Mondiale?
-          Non c’è dubbio che l’appuntamento iridato abbia avuto un peso determinante sulle scelte inerenti la preparazione delle varie Nazionali. Noi abbiamo optato per un avvicinamento “morbido”, un ritrovarci secondo tempi non eccessivamente anticipati, in linea con le esigenze di un gruppo che si conosce e nel quale si è inserito un numero interessante di facce nuove.

ï         Qualcosa di positivo si sente di indicarlo?
-          Partirei dalla prova contro l’Inghilterra, una squadra nettamente superiore a tutte le altre, con la quale però abbiamo battagliato per lunghi tratti alla pari e alla quale abbiamo, unica squadra del Torneo, segnato tre mete. Ancora: molto positivi alcuni innesti di elementi giovani ai loro primi passi sul palcoscenico internazionale. È comunque emerso un limite…

ï         Quale?
-          L’oggettiva mancanza di continuità. Abbiamo alternato fasi molto buone e produttive, caratterizzate da alte intensità e da gioco efficace, ad altre in cui ci sono mancate la lucidità e una quota di tenuta fisica. Nulla cui non si possa sopperire con un serio lavoro di preparazione, ma che in alcuni frangenti ha fatto la differenza a nostro svantaggio.

ï         La ricetta per il futuro prossimo è…
-          Semplice, quella della grande tradizione: lavorare, lavorare e lavorare ancora. Il gruppo di cui ho la responsabilità ha sempre dimostrato grande disponibilità all’impegno e dedizione. Non credo che alla base dei nostri cinque insuccessi ci sia stata la mancanza di una preparazione mirata. Siamo arrivati a questo Torneo con lacune da colmare. Missione in parte riuscita. Al resto penseremo nei prossimi mesi.

ï         La road map di avvicinamento al Mondiale irlandese?
-          Dopo Hong Kong, dove porterò elementi emergenti selezionati nella rappresentativa Under 18 e alcune ragazze reduci dal Sei Nazioni, avremo le due tappe del Seven di giugno e di luglio. Due raduni lunghi e almeno una partita internazionale di avvicinamento. Stiamo inoltre definendo gli aspetti organizzativi della preparazione fisica che le atlete porteranno avanti a casa loro, appoggiandosi ai centri di formazione e alle accademie federali.

ï         Quello appena concluso è stato per il ct Andrea Di Giandomenico il Sei Nazioni…
-          Numero 8

ï         Il primo concluso senza vittorie e a zero punti?
-          Sì. Perché nella vita, potendo, è meglio non farsi mai mancare nulla…

 

Risultati e classifica del 6 Nazioni Femminile

Foto Stefano Delfrate