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World Rugby ha cambiato registro riguardo ai campi da rugby in erba sintetica già da qualche anno, dopo infortuni di vario genere più o meno pericolosi l’organo internazionale ha deciso di dare ordine invitando le federazioni a esigere omologazioni da parte dei club. Basta a deroghe e rinvii, se il campo non rispetta il regolamento di World Rugby non è utilizzabile. Un allerta che era partito da tempo ma che con lo stop del covid sembrava rimandato a tempi migliori…. Non è così. “E' un tema di sicurezza, di responsabilità penali e civili — spiega il presidente Fir Marzio Innocenti indirizzando una lettera ai club— . Da questa stagione chi non sarà in regola non riceverà l’omologazione”.

 

Dei 31 campi sintetici dello stivale solo 5 sembra possano passare l'esame di World Rugby senza operare dispendiosi rifacimenti, si, perché anche i campi sintetici hanno bisogno di manutenzione ordinaria.

 

Rifare un campo sintetico ha un costo notevole per un club, soprattutto per quelli più piccoli, è stato così che grazie a finanziamenti agevolati lungo tutta la penisola sono sorti campi da rugby in erba sintetica, una struttura diventata vitale per molte società che finalmente  hanno potuto dire addio ai consumati campi di terra o sabbia per usufruire di un rettangolo verde utilizzabile 12 mesi all’anno.

 

Chi non ha il campo in regola dovrà adeguarsi entro un mese per porte giocare delle gare ufficiali (l’inizio dei campionati di Serie A, B e C è prevista per il 17 ottobre). “La Federazione garantisce "ampia elasticità" nel riprogrammare le gare in modo da poterle far disputare su altri campi, e si mette addirittura a disposizione per contribuire ad eventuali spese di trasferta e organizzazione” scrive La Repubblica.

 

 

 

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