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Aristide Barraud, mediano di apertura francese di Massy, alle porte di Parigi, ha scritto un libro intitolato “Mais ne sombre pas”, tradotto “Non affondare”. Il libro tratta la storia di “Ari” e della notte del Bataclan: dal risveglio in ospedale, quando si è ripromesso di non morire, poi di camminare, poi di correre e poi di tornare a giocare a rugby.

Quella notte Aristide venne ferito, cadde a terra sotto le raffiche di kalashnikov dei jihadisti fino a trovarsi un passo dalla morte, ma alla fine si rialza e torna a lottare.

Il libro, come scrive Paolo Ricci Bitti da Il Messaggero, tratta di un viaggio nella sconfitta per quella che veniva ritenuta la battaglia più importante: tornare a essere un giocatore di rugby come sognato fin da bambino. Ma al tempo stesso un viaggio nella speranza, una dimostrazione che se il destino ti fa cambiare strada, anche a costo di inaudite sofferenze, può essere per accompagnarti in altre vallate serene.

Aristide dopo essere scampato alla morte, dopo aver difeso con il proprio corpo la sorella minore Alice, per un anno e mezzo ha affrontato un periodo di riabilitazione che è sempre più diventato calvario, un calvario di cure e interventi. Le tre pallottole che gli avevano sbriciolato cinque costole, lesionato un polmone, una gamba e frantumato una caviglia gli hanno impedito di tornare a giocare a rugby ad alto livello.

“Quante volte ho sognato di giocare ancora con loro, quante volte ho creduto di sentire l’odore degli spogliatoi, i canti delle trasferte. E come era amaro il risveglio senza poter passare un pallone, calciare fra i pali. Ma adesso mi sono detto che per almeno tre anni non mi occuperò più di rugby (come allenatore o manager) anche se ho ricevuto tante proposte in Italia e in Francia”.  Le parole di Ari da Il Messaggero.

“Quando, con grande fatica, ho confidato la mia rinuncia a Giorgio (Da Lozzo, preparatore atletico del Mogliano, ndr), che mi ha seguito con una passione incredibile nella riabilitazione, lui mi ha abbracciato come un figlio: “Ma ti rendi conto di quello che hai passato?”. Forse per la prima volta da dopo la notte del Bataclan mi è venuto da piangere.”

Oggi Barraud ha 28 anni e tra qualche mese si trasferirà a Venezia dove ritroverà gli amici del Rugby Mogliano, club della cittadina veneta che non molto tempo fa lo ha insignito della cittadinanza onoraria.

 

“Mais ne sombre pas” è disponibile da oggi in libreria in Francia (editore Seuil).