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Si fa presto a dire: professionismo. Che non è una posizione ideologica, né la speranza in un radioso domani. Il professionismo è, soprattutto: numeri. E alla domanda: qual è (quale dovrebbe essere) la principale finalità di un’organizzazione professionale in ambito sportivo, la risposta non è (non dovrebbe essere) che una: fare soldi! Generare ricavi che garantiscono margini di guadagno da reinvestire. Incomes, redditi. No? E invece sì. Come si dice: senza se e senza ma. Perché è facile definirsi professionisti, più difficile è esserlo veramente alla prova dei fatti. Un esempio? Qualcuno ha calcolato quanto ha generato, in termini di ricavi, un singolo posto a sedere allo stadio di Twickenham in occasione di Inghilterra – Italia del recente Sei Nazioni. Non esattamente la partita del secolo quanto ad appeal e a rango di una delle due contendenti. Risultato: 182 sterline, 210 euro al cambio di questi giorni! Fra biglietto, merchandising, panini e birra, o aranciata per i più temperanti. Che moltiplicato per 80 mila fa… Sì, avete capito bene: 16.8 milioni di euro esclusa quota diritti televisivi! Per quelli della vecchia generazione, tanto per andare su cose solide: una trentina e passa di miliardi di lire! Registrato? Bene, e adesso passiamo al calcio, per la serie: mica solo noi del rugby siamo in ritardo su tutto. Napoli – Real Madrid. Non Napoli – Cavese o Napoli – Pro Vercelli di Coppa Italia. Napoli - Real Madrid di Champions League. Ricavo generato: 4 milioni di euro. Un quarto di Inghilterra – Italia. Un altro dato: il Leinster introita annualmente (biglietti, merchandising, pubs dello stadio) la bellezza di 7 milioni di euro. Nota: Leinster gioca lo stesso campionato della Benetton e delle Zebre. Punto. 

Ecco perché chi scrive consiglia a tutti e sempre, di andarci piano con le crocifissioni e con le fucilazioni sul posto quando la nostra Nazionale o le nostre franchigie escono dal campo sconfitti, anche pesantemente, dalle competizioni cui prendono parte. Perché per ogni cosa vale la regola della proporzionalità. Del “se tanto mi da tanto…”. 

In altre parole: perché dovremmo NON prendere 40 punti dall’Inghilterra se la loro squadra è il risultato di un sistema che, quanto a risorse economiche si autoalimenta, e bene, mentre la nostra è una sorta di compagnia di ventura assistita dal vertice? Il dibattito è aperto. Senza censure e senza paletti. Vietato solo il turpiloquio.

 

Foto Elena Barbini