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Ha fatto notizia l’iniziativa di Byron Kelleher, ex mediano di mischia di All Blacks, Stade Toulousain e Stade Français, che, appese le scarpe al chiodo nel 2012, sembra essere diventato un uomo d'affari ha confermato. Tra Parigi, Tolosa, Bordeaux e Monaco, il “Bisonte” moltiplica le sue attività.

Il suo ultimo progetto? L’apertura per l’inizio di settembre di un bar a Tolosa, chiamato “Haka Corner”.  Come suggerisce il nome, questo luogo metterà in evidenza la cultura del rugby e la cultura maori, un’ operazione commerciale che non piace a tutti, in particolare in Nuova Zelanda, dove Te Ururoa Flavell, presidente del partito maori, ha protestato con forza:

“Fare soldi collegando consumo di alcol con il popolo Maori è totalmente inaccettabile e non mostra alcuna credibilità e integrità (...) Sappiamo che le statistiche sociali sul consumo di alcol dei Maori non sono buone, non è molto appropriato associare i simboli maori all’alcol”.

Ha destato polemiche anche la “Haka Challenge” lanciata da Kelleher per raccogliere fondi con il fine di aiutare i bambini in ospedale in collaborazione con l’associazione “1 maillot pour la vie” (1 maglia per la vita). Un po’ come avveniva per  l’ “ice bucket challenge” ci si dovrebbe filmare facendo una haka e postare poi il video in Youtube.

Se l'intenzione è buona, il risultato non piace a tutti , vedere persone che non hanno nulla a che fare con questa cultura esibirsi nella haka viene considerato da molti come irrispettoso. Kelleher, che non è di origine Maori, viene anche accusato di non conoscere  le parole giuste e di non fare i gesti giusti nell’ haka del suo video ...

La giornalista France Pierron, che si è prestata al gioco, si è costruita una brutta reputazione nel paese della lunga nuvola bianca, il video della sua performance pubblicato dal New Zealand Herald  ha attirato commenti a volte molto offensivi.

Da parte sua,  l’ “Haka Corner” ha cercato di calmare le acque dicendo che il tema del bar era un omaggio alla cultura Maori e che, anche se non molto verosimile, l’idea di lanciare l’ "Haka Challenge" in prossimità dell’apertura del bar è pura coincidenza.

“Il bar è stato progettato per permettere alle persone di sperimentare un pezzo della cultura del rugby neozelandese  in Francia ( ... ) I francesi sono molto rispettosi verso le radici della Nuova Zelanda, come la haka e lo spirito degli All Blacks".

 

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