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Dopo una stagione regolare all’insegna del “tutto ampiamente previsto”, le prime due semifinali dei paly off sulla carta più scontati della storia hanno emesso verdetti all’insegna della fantasia al potere. Se ne sentiva la mancanza. Perché, se è vero che il Petrarca in casa del Rovigo ha sempre fatto (tanta) fatica a portare a casa la pelle e che a fare notizia è più il bonus dei rossoblu messo all’incasso in meno di 30’ piuttosto della rullata subita dal XV di Cavinato, occorre ammettere che in una vittoria del Viadana quarto della stagione regolare contro il Calvisano stellare che la stagione regolare l’ha semplicemente dominata, erano in pochi, pochissimi a crederci. E invece! Cento pezzi sulla squadra di Frati vincente e un week end da qualche parte, magari in compagnia, era bello e pagato.

Dare voti e redigere pagelle dopo partite in cui è stato Davide che ha steso Golia non è mai facile. Viene voglia di premiare i vincitori “a prescindere” e di mettere dietro la lavagna in blocco chi, dopo aver accumulato 81 punti in 18 partite di campionato, non riesce a venire a capo di un avversario che, nella stessa competizione, di punti ne ha fatti 36 di meno. Ma dicono sia questo il fascino (?) della formula play off. Crediamoci.

PAGELLE

Arbitro Vivarini: qualcuno dovrebbe spiegargli la differenza fra serio e serioso, fra autoritario e autorevole. E sconsigliargli il ricorso massiccio e indiscriminato a espressioni gergali in lingua foresta che poco hanno a che spartite con il buon senso e con la logica. Ai giocatori non dice “state calmi”, ma “voglio self control”. Al TMO, che abita ed è nato a una sassata da casa sua, domanda di  “verificare la regolarità del grounding” in occasione della meta di Susio. E dallo stesso Tmo, sul finire, viene ripagato con un “neck roll del 4 bianco” da museo degli orrori. O da presa per il culo, sia detto in senso buono! Conosce tutta la casistica dei falli di assetto in mischia ordinata e decide di esibire l’intero repertorio: dall’ingaggio anticipato a quello ritardato/rifiutato, fino al pilone che abbassa e a quello che alza o che si mette di traverso. Il suo “con te non parlo perché non sei autorizzato in quanto non capitano” andrebbe insegnato e fatto ascoltare ai corsi per allievi arbitri nell’ora di “relazioni umane”. Temo che, se interrogato su questo e su altri argomenti, risponderebbe che è l’IRB (o come diavolo si chiama adesso), prima ancora dei suoi capi CNAr, a volerlo. Come l’Europa che ci detta la curvatura delle zucchine e il diametro dei peoci. Pecca anche di eccesso di didattica, quando spiega alle prime linee dove vuole il piede del tallonatore nella fase di formazione. Il tutto con l’espressione di uno appena sceso dall’iperspazio in attesa di una completa depressurizzazione. Voto: 7, perché il regolamento lo conosce e la partita la porta in fondo senza scossoni. Ma fattela ‘na cazzo de risata! Direbbe il saggio.

VIADANA

Cipriani: resta in campo poco meno di un’ora, gioca al posto di Simpson, attaccante nato forse debole nella fase difensiva. Mai in difficoltà e mai, in verità, testato dall’attacco di Calvisano. Ha senso della posizione e piede più che dignitoso. Avrebbe anche discrete gambe, ma le occasioni per dimostralo mancano. Voto: 6

Manganiello: acconciatura a parte lo si nota poco, ed è raramente nel cuore dell’azione. Vede e tocca pochissimi palloni. Non era questa la partita per un’ala di sfondamento e di buona progressione. Voto: 6

Brex: vola sul chip con contagiri incorporato che il collega Ormson gli serve al 12’, ma la sua corsa finisce sul posteriore di Chiesa che piroetta in cielo per un giallo più dovuto che cercato. Nella ripresa si fa notare per un pallone arpionato che solo uno forte davvero può pensare di prendere al volo e per un altro paio di contributi di peso all’azione dei suoi. Voto: 7

Finco: è il terzo argentino della sequenza di attacco di Viadana. Gioca la sua onesta partita senza acuti ma anche senza errori palesi. Ha gambe e mani per fare danni, gli servono tempo e occasioni. Voto: 6

Bronzini: Al 10’ caccia Paz, lo artiglia e costringe l’argentino al tenuto. Al 47’ si immola e salva la baracca andandosi a prendere un chip di Novillo dietro la linea. Perfetti alcuni suoi interventi in pressione su gioco al piede, possiede tutte le caratteristiche per diventare forte come il fratello mediano di mischia. Forse persino di più. Voto: 8

Ormson: che voto si può dare a uno che mette il 100% di pedate, placca se c’è da placcare, alterna mani e piedi secondo bisogno e che, quando la squadra è in difficoltà (25’, ma non solo) si trasforma in spalatore di palta e raccoglie palloni che altri lascerebbero dove si trovano. Facciamo voto 10. La lode: un’altra volta

Frati: ragionieresco in ragione della stazza che poco altro, se non ragionare, appunto, gli consente. Dirige gli ultimi 4’ di possesso in attesa della fine del match come un capo branco farebbe al comando dei suoi fratelli lupi. Detta tempi e modalità di uscita dalla zona di collisione con mestiere e oculatezza. Partita di sostanza. Voto: 8

Grigolon: il suo mestiere è portare avanti palloni e causare frontali con i portatori avversari. Conosce la consegna e si applica, comincia male (2 in avanti palla in mano al contatto) ma poi alza il livello del rendimento. Sta in campo un’ora, sufficiente passare l’esame. Voto: 6

Andrea Denti: uno spettacolo (anche) in rimessa laterale. Il resto non è una novità. A quando una maglia azzurra? Voto: 8

Du Plessis: capitano, mio capitano. I poeti non c’entrano, e il suo rugby di poetico ha davvero poco. L’uomo è un combattente nato, tutto spigoli e ruvidità. Il suo rugby è un esempio per chi gli sta accanto. Voto: 8

Orlandi – Krumov: è la premiata ditta di cui ogni pacchetto ha/avrebbe bisogno. Chili  e determinazione al servizio del bene comune. Gran lavoro (spesso oscuro) in rimessa laterale, sui punti d’incontro e in chiusa. Cos’altro si può chiedere a una coppia (un trio con Caila entrato nella ripresa) di seconde linee? Che camminino sulle acque? Voto: 7

Garfagnoli, Brandolini, Scalvi, Antonio Denti: faticano e fanno faticare in chiusa, Denti a sinistra soffre il giusto, ma corre per il campo come uno della sua stazza non dovrebbe riuscire a fare, Scalvi è tallonatore vero, uomo di sicuro affidamento nella fase difensiva. A destra meritano la sufficienza perché l’avversario è il meglio che il campionato italiano riesce a mettere in campo. Bravi tutti (anche Cafaro e Silva che disputano spiccioli di semifinale). Voto complessivo al reparto: 7


CALVISANO

Chiesa: si presenta con un “fuori diretto” che non fa onore alla sua proverbiale affidabilità. Il resto della partita è sui suoi standard abituali, buoni. Vola in aria toccato da Brex ma non si scompone, poi va Ko a inizio ripresa e lascia il posto a De Santis (nc). Voto: 6

Bruno: poco coinvolto, e non per colpa sua, in fase offensiva. Chiamato a difendere e a coprire gli spazi si fa trovare pronto. Chiude senza aver avuto modo di incidere sugli eventi. Voto: 6

Paz: ci prova. L’intraprendenza, il talento e le competenze non gli mancano. Ma è il gioco della linea arretrata che allo Zaffanella è andato nel complesso in crisi. Voto: 6

Lucchin: è lo scudiero (mica il servo, il sodale) di Paz quando la linea gira e produce gioco efficace. Ieri in ombra come altri della sua casata. Voto: 5

Minozzi (foto): prima ala poi estremo. Gli piace attaccare e ci prova. Un paio di soluzioni meritano gli applausi, festeggia la chiamata di O’Shea giocando al meglio di quanto le condizioni complessive della sua squadra gli consentono. Bello al 18’ il suo calcio con annessa riconquista dell’ovale. Ha i mezzi per fare molto di più. Voto: 7

Novillo: sprazzi di gioco efficace. Pochi. La difesa del Viadana toglie spazio e ossigeno alle offensive che lui dovrebbe orchestrare. Sbaglia poco, quasi niente. Ma la colonna delle cose fatte risulta, alla fine, praticamente vuota. Voto: 5

Semenzato: 80’ perché altri non ce n’è. Il suo piede non è esattamente perfetto in un paio di occasioni ma per il resto governa i tempi del suo pack come un navigato comandante sulla tolda di comando. Senza infamia e senza lode. Partita in tono sbiadito. Voto: 6

Tuivati: è lui il motore del Calvisano. Di colpi ne perde pochi (sono più quelli che assesta palla in mano o senza), segna pure una meta. Altro non sarebbe giusto chiedergli o pretendere da lui. Voto: 8

Pettinelli – Giammarioli: flankers dal futuro segnato. Competenti, disponibili e tatticamente molto accorti. Si dannano entrambi l’anima per girare una partita che ha preso, dal 40’ in poi, la strada di Viadana. Non ci riescono, nonostante gli sforzi profusi. Voto: 6

Andreotti – Cavalieri: il primo chiude con 3 (forse 4) rubate in rimessa laterale, il secondo induce Salvi alla reazione che gli costerà il calcio che precede la seconda meta bresciana. Un giovane emergente e un vecchio lupo di mare che ancora naviga come si deve. La continuità non è il loro forte, ma di lavoro, compreso quello sporco, ne fanno tanto. Voto: 6

Morelli: di minuti ne gioca 65, che condisce con due lanci (secondo Vivarini) storti e con la proverbiale concretezza, sia in chiusa sia fuori. Non ne esce una prestazione da annali. Anche per colpa/merito di Viadana. Voto: 6

Panico: sa fare bene un certo numero di cose. Quando imparerà bene anche il regolamento crescerà ulteriormente. Voto: 5

Riccioni: Bella partita, lotta e ci prova su ogni pallone. Esuberante come un giovane ha il diritto/dovere si essere. Una promessa ampiamente mantenuta. Voto: 7

Costanzo: al primo ingaggio Vivarini gli fischia calcio contro e forse, da lì, capisce che non è giornata. Ma ha in testa lo scudetto n.10 e c’è da giurare che ci proverà fino alla fine. Auguri grande Salvo! Voto: 6

 

Tabellino formazioni e statistiche di Viadana - Calvisano

Foto Francesca Pone