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Facce sorridenti, pacche sulle spalle, presentazioni e regole da mandare a memoria fin dal primo giorno. Il Petrarca 2017-2018 si è radunato al quartier generale della Guizza per cominciare una stagione da cui tifosi e ambiente si aspettano molto. Foto di rito sotto i pali del campo sintetico, sfilata dei nuovi ingaggi, dello staff e mozzarella (rigorosamente di bufala, produzione casertana) come graditissimo omaggio per la stampa. E intorno a un tavolo per fortuna all’ombra, un presidente Enrico Toffano in vena di parlare chiaro. Questi i tempi toccati con le relative dichiarazioni.

Obiettivi della stagione: come minimo uno dei 4 posti che danno l’accesso alle semifinali.

Il nuovo Petrarca: l’organico vale quello dell’anno scorso, forse qualcosa di più. Ho chiesto ai ragazzi di considerare la mancanza di retrocessioni come un pericolo, non come un vantaggio. Vietato abbassare il livello della concentrazione. Fondamentale sarà la disciplina, in campo e fuori. E da giocatori come Ragusi, Bernini e Bacchin mi aspetto un’annata all’altezza del loro valore.

Beppe Artuso direttore generale: l’ho voluto perché all’interno della squadra pretendo ordine e disciplina. Lui sarà una sorta di collettore dal basso degli umori e della situazione della squadra. Riferirà solo a me e a lui farà riferimento il resto dello staff, dal Team manager al Direttore sportivo. Si tratta, per noi, di una figura nuova. Ne verranno altre, soprattutto in settori strategici come il commerciale, i rapporti con la Fir e con i procuratori. Voglio che la parola d’ordine della struttura dirigenziale del Petrarca sia delegare, non accentrare. È finito il tempo del presidente che prende su di sé ogni e qualsiasi incombenza.

Campionato a 12 squadre: non ritengo sia la scelta di cui l’Eccellenza aveva bisogno per elevare la propria credibilità. Ma il fatto che la cosa non ci trovi d’accordo non significa che faremo opposizione. La Fir ha voluto un campionato a 12 squadre? E noi a questo campionato intendiamo partecipare e se possibile vincerlo. Resto dell’opinione che una competizione divisa, di fatto, in tre fasce di merito, 4 per lo scudetto, 4 salve da subito e 4 a lottare per non scendere, non aggiunga nulla di significativo alla competizione. Ma, come detto, ci adegueremo.

Risorse finanziarie: non spenderemo quanto speso nello scorso campionato. La riduzione del budget è nell’ordine naturale delle cose. I nostri stadi sono semivuoti, difficile che una tale visibilità incentivi o giustifichi investimenti importanti. Lo stesso vale per i giocatori. In Italia lo status di professionista non è sostenibile. Voglio giocatori che prima e dopo l’allenamento vadano a lavorare o a studiare per dare esami.

Stranieri: restano Acosta e Su’a. A giorni prenderemo un mediano di apertura, forse a settembre una terza linea.

Allenatori nuovi: era previsto e programmato che Marcato diventasse l’allenatore della squadra. Lo è diventato con uno o forse due anni di anticipo. Allori è stato riconfermato come specialista degli avanti. Nel corso dell’anno inviteremo a Padova specialisti di alto livello per lavorare aspetti specifici del gioco. Rimarranno con noi per 4/6 settimane. Marco Bortolami per la rimessa laterale e Manuel Ferrari per la mischia ordinata sono quelli che posso annunciare fin d’ora. Ma altri saranno chiamati a svolgere questo fondamentale ruolo di trasmissione delle conoscenze.

Squadra Cadetta: in panchina la coppia Salvan – Maistri. Puntiamo a un campionato di serie A che serva da banco di prova per i nostri giovani più interessanti e meritevoli.

Favorite per la corsa tricolore: Calvisano, Rovigo, Viadana, noi e le Fiamme Oro

 

Foto Alfio Guarise