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“Per me la dedica e il ricordo sono per Giorgio Sbrocco, sapevamo che aveva fatto una scommessa, la sua ultima, sono contento, molto contento di avergliela fatta vincere” queste le parole dell’allenatore dei tutti neri Andrea Marcato intervistato dalle telecamere di the Rugby Channel a pochi istanti dal fischio finale.
Giorgio aveva scommesso a inizio stagione che quest’anno il Petrarca avrebbe vinto lo scudetto, e così è stato. La squadra di Marcato e Allori non era partita certo favorita ma giornata dopo giornata  è cresciuta e maturata mantenendo un gioco “arioso” ma allo stesso tempo efficace. Marcato ha fatto meglio del suo predecessore Andrea Cavinato, pochi avrebbero scommesso su questo risultato guardando una rosa tanto giovane come quella del Petrarca Padova.

Marcato commenta la vittoria (19-11) sul Calvisano e l’avventura iniziata a settembre dalle pagine del Gazzettino di Padova.

“Siamo partiti che eravamo un gruppo di ragazzini, col passare dei mesi siamo tutti cresciuti e ora siamo un gruppo di amici, di fratelli. Questa è stata la nostra forza”.

“Io sono ambizioso e ho cercato di fare del mio meglio, ho dato tutto quello che avevo perché questo non è solo il mio lavoro, è soprattutto la mia passione. Ma il merito maggiore ce l'hanno i ragazzi, ce l'ha lo staff medico e dei preparatori che mi hanno permesso di arrivare in finale con tutta la squadra fisicamente sana a posto. Quel drop micidiale nei minuti finali l'ha messo Menny (Menniti - Ippolito ndr), mica io. E' giusto che in prima fila ci siano i giocatori”.

C’è spazio anche per i complimenti ai vinti:

“Calvisano negli ultimi sette anni è arrivato sei volte in finale e ha vinto quattro scudetti. Dobbiamo prendere esempio da loro e cercare di aprire a nostra volta un ciclo vincente. Se vado a festeggiare? Certo che sì, ma sono così stanco che andrei volentieri a riposare. Quando finisce una partita importante, e questa lo era più di tutte le altre, mi cala una stanchezza che da giocatore non avevo mai provato”.

"Non so se rimango al Petrarca…”. Si mette a ridere. “Potrei fare come Mourinho che dopo aver vinto con l'Inter è andato via. Scherzo: ho il Petrarca nel cuore e ho altri due anni di contratto”.


Il giorno seguente la conquista del titolo numero 13 in casa padovana, il secondo con Toffano presidente (nel 2011 la vittoria del titolo al Battaglini contro Rovigo per 18-14), prende parola il numero uno del Petrarca:

“Ribadisco quanto ho detto dopo le semifinali: questo scudetto lo voglio dedicare a Giorgio Sbrocco. Credeva in noi, aveva detto che avremmo vinto il titolo, per cui questo scudetto è anche e soprattutto suo”.

“Nel 2012 abbiamo deciso di ripartire dei giovani - prosegue Toffano -, sapevamo che la strada sarebbe stata lunga e difficile. Se ora abbiamo ottenuto questa immensa soddisfazione è anche per la pazienza e l'aiuto concreto di tutti i consiglieri che hanno saputo aspettare”.
“Allo stadio c'erano settemila persone. Lo ammetto: non me lo aspettavo, ero pessimista, pensavo che il pubblico non avrebbe risposto, ma per fortuna mi sono sbagliato. Vedere gli spalti così pieni è stata una gratificazione supplementare” conclude Toffano.

 

Foto Alfio Guarise