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Vi proponiamo l’intervista fatta dal Comitato Regionale Toscano a Matteo Liperini, arbitro della finale scudetto di domani tra Rugby Rovigo e Rugby Calvisano, il palio l’86° titolo italiano. Matteo ha iniziato a giocare tallonatore a 14 anni nel Rugby Livorno, nel 2000 ha vinto il campionato U18 e nella stagione 2001/02 ha esordito in Serie A sempre con il Rugby Livorno. Nel 2006 inizia la sua carriera arbitrale dopo che, per un infortunio alla spalla, ha deciso di smettere di giocare. 

Ecco l’intervista integrale a Matteo Liperini dal CR Toscano:

 

Come hai iniziato ad arbitrare?

Nella stagione 2004/2005, durante una partita, subii un brutto colpo ad una spalla che mi costrinse a  fermarmi e successivamente ad operarmi. Dopo l'operazione e la relativa riabilitazione provai nuovamente a scendere in campo come giocatore, ma mi resi subito conto che non era più la stessa cosa. In quel periodo inoltre, era uscita una direttiva federale per cui le società dovevano mettere a disposizione un giocatore per il corso da arbitro, e così un po' obbligato dalla mia società ed un po' per gioco, seguii il mio primo corso. Dopo le prime partite vidi che ad arbitrare ci si divertiva comunque ed allora decisi di abbandonare la mia "carriera" da giocatore.

 

Cosa ti aspetti dalla finale di Eccellenza?

Cosa aspettarmi da questa partita non lo so nemmeno io. Come tutte le finali sarà molto sentita e combattuta. Le emozioni in campo e fuori saranno sicuramente molte, anche perché giocheremo allo Stadio "Battaglini" di Rovigo, uno dei templi sacri del rugby italiano. Cerchero' senza dubbio di mettercela tutta mettendomi a disposizione del gioco e dello spettacolo, in modo da poter contribuire ad una bella finale. Spero di riuscire a far bene in primis per me e poi per tutte le persone che mi sono sempre state vicine e mi hanno permesso di arrivare fino a qui. Inoltre spero di godermi ogni secondo di questa partita perché la "prima finale non si scorda mai".

 

Quali obiettivi hai per il futuro?

Con questa partita credo, come arbitro, di aver raggiunto uno dei miei obiettivi. Ho arbitrato anche altre  belle partite all’estero, nel passato, ma credo comunque che la Finale del Campionato Italiano, rimanga sempre un traguardo che ogni arbitro italiano vorrebbe raggiungere. Spero comunque di avere ancora molti anni per arbitrare davanti a me ( alla fine ho solo 34 anni).
 Mi piacerebbe inoltre dedicarmi alla formazione e allo sviluppo di nuovi e giovani arbitri, cosa che per il nostro movimento e' di fondamentale importanza.

 

Un consiglio per i giovani arbitri che sono all'inizio di questo percorso

Il mio consiglio potrebbe riassumersi in 3 parole: passione, sacrificio ed umiltà. Dobbiamo capire che ci sarà sempre qualcosa su cui lavorare per poterci migliorare e che il percorso per raggiungere un ottimo livello e' molto lungo, e deriva da tanto lavoro (atletico e tecnico) e da tanta esperienza. Probabilmente i sacrifici da fare sono molti ma posso giurarti che le soddisfazioni sono senza dubbio di più.

 

Foto Elena Barbini

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