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Stefan Basson, dopo la notizia dell’addio, scrive una commuovente lettera alla Rugby Rovigo, la società che lo ha accolto 10 anni fa e con cui ha vinto lo scudetto 2015/16. L’estremo sudafricano motiva la sua scelta di andare a giocare ne I Medicei, la motivazione principale è il suo impiego nello staff tecnico oltre che in campo come giocatore. A Basson era stato detto dagli allenatori del Rovigo McDonnell e Wright che non sarebbe rientrato nei piani della squadra della prossima stagione: "you're not in our planes, you must start to look for another team: it's time for change...", che era giunto il momento per me di trovare un'altra destinazione, di cercare un altro Club perché non rientravo più nei loro piani e che era arrivato il momento di cambiare.
Stefan Basson compirà 35 anni tra due mesi, a Firenze lo aspetta un contratto da giocatore/allenatore dei trequarti della durata di due anni.

Di seguito la lettera inviataci dallo stesso Stefan Basson:

“Scrivere questa lettera è la cosa più difficile che abbia mai fatto. Una cosa che non avrei mai voluto fare e anche ora che la sto scrivendo ancora non ci credo. Non avrei mai pensato di dover lasciare la Rugby Rovigo. Avevo sempre sognato di finire qui la mia carriera e poi di poter continuare a far parte della Società, magari come allenatore.

Per prima cosa voglio ringraziare Francesco Zambelli per questi 10 anni, per me è molto più di un Presidente e se non fosse stato per lui non sarei mai rimasto in Italia così a lungo. Nutro per lui e la sua famiglia un profondo rispetto, una profonda riconoscenza e una grande stima, mi hanno sempre sostenuto e hanno creduto in me anche quando non era scontato farlo. Li ringrazio anche e soprattutto perché in queste ultime settimane hanno tentato di fare il possibile per potermi tenere ancora qui, ben sapendo che Rovigo è la mia casa e che la maglia dei Bersaglieri è la mia seconda pelle.

Quando un mese fa gli allenatori mi hanno detto "you're not in our planes, you must start to look for another team: it's time for change...", che era giunto il momento per me di trovare un'altra destinazione, di cercare un altro Club perché non rientravo più nei loro piani e che era arrivato il momento di cambiare, ho continuato a dare il 100% in campo e fatto di tutto per trovare una soluzione che mi permettesse di non lasciare Rovigo. Fino alla cena di fine stagione di ieri sera ero convinto che questa soluzione fosse a portata di mano, proprio grazie agli sforzi del Presidente Zambelli. La conferma che restare avrebbe voluto dire trascorrere un altro anno con uno staff tecnico che non mi vuole e che non mi dà nemmeno la possibilità di iniziare un cammino per preparare il mio futuro, come quello di allenatore delle giovanili, è arrivata d'improvviso, come una doccia fredda, spezzando le mie speranze e costringendomi questa mattina a prendere una decisione che mai avrei voluto. Dare questo dispiacere al Presidente e alla sua famiglia, ai tifosi e alla città, è un prezzo altissimo da pagare. Questa decisione è veramente un sacrificio enorme perché la mia famiglia non potrà seguirmi, perché tra due partite avrei raggiunto le 200 presenze in rossoblù, perché volevo rimanere a Rovigo per poter ricambiare quanto mi è stato dato in questi 10 anni.

10 anni che non dimenticherò mai, con uno Scudetto, promesso tante volte ai tifosi, che rimarrà per sempre cucito non solo sulla maglia ma anche nel mio cuore. Mi mancherà questa città. Mi mancheranno le persone, i tifosi, Elena e Franco, Moreno... mi mancherà tutto. Questo posto è speciale per la mia famiglia e per me, ma non ho altra scelta che lasciarlo, una scelta di vita. Il mio futuro sarà nel rugby, come allenatore, e i Medicei mi danno questa possibilità di crescita professionale.

Il mio desiderio, la mia speranza, è di poter tornare un giorno al Battaglini come allenatore, per poter regalare un altro scudetto alla Rugby Rovigo e a tutta la città.

Un grazie dal profondo del cuore, per tutto.

Stefan Basson”

 

Foto Alfio Guarise