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Pippo Frati, per buona parte dell’immaginario collettivo di forma ovale: l’uomo delle finali perse. Sette, secondo gli storici più accreditati. Una in più del suo amico e collega De Rossi, al quale se ne accredita una di meno. Tutte regolarmente vinte… dagli altri. La prima, Frati, e parlo per fatto personale e conoscenza diretta, la perse sulla panchina dell’under 15 del Rugby Noceto, proprio a Firenze, quando lo stadio non si chiamava Lodigiani ma Padovani. Aveva portato alla sfida di fine stagione un manipolo di ragazzini indemoniati e pieni del sacro fuoco della passione per il rugby. Pochi di numero (erano in tutto 18 tesserati), reduci da una semifinale vinta a sorpresa con la Capitolina Roma e disposti a dare tutto sul campo di gioco. Uscirono con l’onore delle armi, e con una meta segnata grazie a una giocata dalla chiusa in rimessa laterale che meritò applausi a scena aperta. Da allora, fra le altre: finali scudetto a Prato e Rovigo, una finale del trofeo Eccellenza persa (da Rovigo) nei maledetti minuti di recupero con le Fiamme Oro di Pasquale Presutti, prima di arrivare a sabato scorso, stessa erba di quella prima sconfitta under 15, per alzare il trofeo della ex Coppa Italia. Stavolta grazie a una meta realizzata (nei minuti di recupero!) contro il XV della polizia di Stato. Corsi e ricorsi.

ï         Sfatato l’incantesimo?
-          Le finali, per perderle, occorre giocarle. E per avere il diritto di giocarle, bisogna arrivarci. Chiedetelo al Milan! Quelle perse sono nel mio curriculum, per quella vinta sono ovviamente felicissimo. A Firenze ho visto una bella partita di rugby, giocata da due squadre che hanno ben difeso e ben attaccato, con idee chiare e con piani di gioco sensati e a tratti capaci di generare rugby di qualità, persino spettacolare. C’è di che essere soddisfatti del lavoro svolto.

ï         Qualcosa circa quello che resta da svolgere?
-          Siamo in corsa per la semifinale scudetto. Quello è il nostro obiettivo. Ed è facile prevedere che sarà una corsa di cui vedremo la conclusione solo negli ultimi metri. Forse centimetri.

ï         Viadana, Fiamme e Mogliano. Chi ha, ragionevolmente, più possibilità di farcela?
-          Tocca basarsi sul calendario. Che dice di un Fiamme Oro – Mogliano all’ultima di stagione regolare. Ciò significa che una delle due non chiuderà con 3 vittorie. Non è molto ma è già qualcosa.

ï         Delle tre, quale ha, sulla carta, il calendario più difficile?
-          Direi Mogliano, che prima del match in casa delle Fiamme incontrerà Rovigo al Battaglini e Petrarca in casa. Fosse calcio o basket… direi che si tratta di due partite abbastanza facili da vincere, contro squadre che devono solo pensare alla semifinale già conquistata. Ma non credo a un Petrarca che va a Mogliano senza l’obiettivo di vincere e ancora meno un Rovigo morbido davanti al proprio pubblico. O almeno: ci conto!

ï         Al suo Viadana, secondo alcuni, potrebbero bastare 8 punti per…
-          Io e il mio Viadana, al momento, abbiamo una sola cosa in testa. La partita di sabato con i Lyons Piacenza. Una partita che vogliamo e dobbiamo vincere. Tutto il resto, non è retorica né scaramanzia, oggi come oggi non ci interessa!

ï         Viadana sarà anche arbitro della salvezza, dal momento che…
-          Incontreremo le due formazioni candidate a retrocedere, lo so. Ed è anche vero lo stesso faranno Reggio e San Donà, le due coinvolte nella storia infinita del ricorso…

ï         Mica tanto infinita! San Donà, con gli 8 punti che gli sono stati di nuovo tolti, è fuori dai giochi.
-          Mi riferivo al tempo impiegato per arrivare a una determinazione definitiva dei fatti e delle colpe. È comunque un argomento su cui non mi sento di esprimere valutazioni. Perdere fuori campo non piace a nessuno. Sapere di aver perso a tre giornate dalla conclusione… Deve essere dura. Lo sarebbe per chiunque.

ï         Torniamo alla salvezza: chi la spunterà fra Lazio e Piacenza, quattro punti di vantaggio in classifica a parte?
-          Teniamo conto che 4 punti, a 240’ dalla fine, non sono poca cosa, potremmo definirlo un tesoretto. Io dico che si salverà la Lazio. E se accadrà dovrà ringraziare la propria eccellente predisposizione all’attacco, alla capacità che ha dimostrato di giocare, e molto bene, anche palloni di recupero, indipendentemente dalla zona di campo e dal punteggio sul tabellone.

ï         La Lazio segna molto e molto subisce…
-          Se il tutto è frutto di un calcolo e di un’impostazione voluta; complimenti! La scelta sta pagando alla grande. Credo non sia mai accaduto che una squadra in lotta per non retrocedere abbia il quinto miglior attacco di tutto il campionato. La salvezza della Lazio, se arriverà, sarà stata costruita sui bonus. Tecnicamente le due formazioni si equivalgono. Piacenza dispone di un’ottima organizzazione difensiva, pratica un rugby consistente e lineare. Entrambe meriterebbero l’Eccellenza. Una ci dovrà rinunciare.

ï         In tema di meriti: ma la coppia di tallonatori Viadana Scalvi – Silva, un poco di maglia azzurra… No?
-          Seguo con molto interesse le vicende dell’Italia Emergenti. Ritengo che entrambi i nostri ragazzi abbiamo le carte in regola per aspirare a un futuro in Nazionale. Silva a Rovigo l’ho chiamato io, l’avevo seguito ai tempi del Noceto quando giocava con l’Amatori a Parma. Ho comunque piena fiducia e la massima stima di chi decide le convocazioni. Sono certo che, se continueranno a lavorare con la serietà fin qui dimostrata, la chiamata arriverà.

 

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Foto Martina Sofo