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Filippo Frati, 44 anni, da Noceto a Viadana (sua attuale domiciliazione sportiva) passando per Parma, Colorno, Prato e Rovigo. Mediano di mischia da giocatore, oggi allenatore fra i più preparati e attenti alle componenti della prestazione che incidono sulla qualità del gioco. A cominciare dai dati quantitativi: “Che, per carità, non possiedono il dono dell’infallibilità, però…”

ï         Però…
-          Però quando il tempo effettivo della partita è stato inferiore ai 30’ il mio Viadana ha perso.

ï         Anche a Rovigo?
-          Anche. Sabato il totale è stato di 27’

ï         Eppure, a inizio secondo tempo: chip di Ormson dietro la difesa di casa, Brex arriva sulla palla, accelerazione e meta in mezzo ai pali, Viadana a – 4. La partita pareva sul punto di cambiare in vostro favore…
-          Stessa cosa che ho pensato io dalla panchina. Insieme al fatto che un minuto prima Basson aveva colpito la traversa e mancato un calcio abbastanza facile. Come si dice? Punti non presi, punti segnati.

ï         Tutto pareva filare nel verso giusto. E invece…
-          E invece ci siamo incasinati l’esistenza: palla persa in attacco, calcio contro, Rovigo tenta due drive e riusciamo a difenderci. Sul terzo commette un in avanti non rilevato dall’arbitro e proprio su quel maledetto pallone nasce il giallo a Ormson. Dei tre che abbiamo preso, l’unico su cui ho molto da dire.

ï         Mentre gli altri due c’erano?
-          Solari, indiscutibili, meritati

ï         42 punti subiti comunque sono tanti. Troppi?
-          Non sono i numeri, in questo caso, a fare la differenza. La partita l’ha vinta Rovigo, che si è dimostrato squadra più compatta e, nei momenti critici del match, capace di esibire una determinazione e una sana cattiveria agonistica che solo le squadre di qualità hanno in repertorio. Onore a loro.

ï         Un brutto Viadana?
-          Un Viadana che ha subito la pressione e che senza palla ha giocato poco e non benissimo.

ï         Da Calvisano (36) e da Rovigo (42) il Viadana ha subito praticamente lo stesso numero di punti. In prospettiva lotta per lo scudetto, le due squadre si equivalgono?
-          Direi di no. La forza del Rovigo risiede, soprattutto, nell’esperienza collettiva del gruppo, quella del Calvisano su un gruppo di giovani di grande valore, su un gioco che ne esalta le potenzialità e che risulta, a mio modo di vedere, superiore a quello di Rovigo come valore complessivo.

ï         Nomi?
-          Pettinelli, Rimpelli, Ricciotti e Minozzi per la linea verde. Cui aggiungo Cavalieri, che giovanissimo non è, ma l’apporto del quale, in campo, si sta manifestando come determinante. È uno che con gli anni è migliorato. E anche tanto.

ï         Duello a due per il titolo?
-          A tre! Non dimentichiamo il Petrarca. Sabato ha perso di 8 a Calvisano per una meta a tempo scaduto, e ha giocato senza Nikora.

ï         Tre posti nella griglia play off sono ormai assegnati. Il quarto ve lo giocherete con le Fiamme?
-          E con San Donà, classifica alla mano, i veneti sono ora a quota 22.

ï         E con voi hanno vinto in casa…
-          Con una meta tecnica che mai mi era capitato di vedere assegnata in circostanze simili e sbagliando, noi, la trasformazione della meta a tempo scaduto. Partita da dimenticare in ogni senso. Nel girone di ritorno noi avremo allo Zaffanella sia San Donà sia Fiamme Oro. Il quarto posto è il nostro obiettivo.

ï         Per chiudere l’argomento Battaglini: come sono i rapporti con Bettarello? Con Casellato, dopo FFOO – Rovigo si è sfiorata (eufemismo, ndr) la rissa…
-          Non ho rapporti con Bettarello. Mi è del tutto indifferente come uomo e come dirigente. È una persona che non stimo.

ï         Retrocessione, questione a tre fra Lazio, Reggio e Piacenza?
-          Faccio fatica a considerare Reggio fra le squadre in lotta per la salvezza. Ha vinto a Roma con la Lazio e a Piacenza molto bene. Sono più preoccupato per Mogliano, se non inverte la tendenza di queste ultime gare… Fra Lazio e Piacenza deciderà il calendario. La squadra di Bertoncini ha vinto all’Acquacetosa all’andata. Potrebbe farcela, mancano 9 partite.

ï         E Adolfo Caila?
-          È pronto. Forse lo faremo debuttare contro il Petrarca sabato. Al massimo dopo la sosta. Averlo in campo produrrà un incremento di efficacia non indifferente.

ï         Capitolo Sei Nazioni: quante ne vinciamo?
-          Confermo di puntare su una vittoria al debutto con il Galles a Roma. Confido nel fatto che lo staff dei Dragoni è in gran parte assorbito e, spero, anche distratto, dalla preparazione del Tour dei Lions. Hanno anche qualche infortunato… Ma sì: confermo il pronostico. Una vinta e le altre no. Pensare di andare a Edimburgo all’ultima giornata per fare risultato… No. La Scozia, al momento, ci è superiore.

ï         E per il successo finale?
-          Punto un euro sull’Irlanda. E non solo perché ha battuto la Nuova Zelanda. Oddio…. A pensarci bene: anche per quello! Seconda opzione: Inghilterra.

ï         Emisfero Nord – Emisfero Sud: il gap si sta riducendo?
-          Sì, è un dato oggettivo. Australia, Sud Africa e Argentina oggi sono battibili dalle migliori Nazionali europee. La Nuova Zelanda ancora no, Irlanda a Chicago a parte. I veri fuori serie del rugby mondiale sono loro. Il resto, il meglio del resto, è su un piano di sostanziale parità.

ï         E le italiane nelle Coppe europee?
-          Sposo la tesi recentemente sostenuta dal Times: una sola selezione dei nostri migliori giocatori a disputare la Champions. Chi gioca all’estero (Parisse, Campagnaro, Ghiraldini, Favaro, Sarto…, ndr) non ne farà parte, pazienza. Ma concentrando le risorse in un’unica realtà, credo avremo la possibilità di toglierci qualche soddisfazione. Continuando come stiamo facendo: no!

ï         Domanda secca: Bronzini ha i numeri per diventare il n.9 titolare dell’Italia di Conor O’Shea?
-          Sì. Tutti.

 

 

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Foto Elena Barbini