Sei Nazioni 2019, forte calo d'affluenza sugli spalti
Spettatori in calo, visibile dal pubblico, visibile dai banner degli sponsor che sistematicamente riempiono i posti vuoti all'interno dello Stadio Olimpico. Lo scorso anno le cose sono andate sicuramente meglio: 61.000 spettatori per Italia-Inghilterra, 60.000 per Italia-Scozia.
Nel 2017 assistemmo ad un primo drastico calo d'affluenza, con i 40.900 spettatori per Italia-Galles. Nelle due sfide successive, con Irlanda e Francia, le cose migliorarono: 50.700 per la prima partita, 51.000 per la secondo.
E quest anno il pubblico ha deciso di respingere nuovamente l'offerta Azzurra... per svariati motivi. Risultati scadenti, prezzi troppo onerosi per le famiglie italiane, viaggi da affrontare per raggiungere Roma, e uno Stadio collegato malissimo con la Stazione Termini (la prima fermata della Metropolitana è situata a 3 km e gli autobus sono un miraggio).
Il segnale che questo Sei Nazioni non avrebbe suonato una bella musica sugli spalti si sono visti in occasione di Italia-Galles, quando appena 38.700 spettatori erano giunti sugli spalti dell'Olimpico. Le cose sono migliorate il 26 febbraio, quando con Italia-Irlanda abbiamo sfiorato i 50.000 spettatori (49.720 per la precisione). Infine, sabato scorso, il botteghino ha fatto registrare 48.800 spettatori per Italia-Francia. L'offerta della visita gratuita ai musei "acquistando un biglietto del Sei Nazioni" non sembra essere stata attrattiva, e in previsione dei pochi spettatori la Peroni, sponsor storico, ha detto di no all'enorme gazzebo solitamente allestito all'esterno dello Stadio. Un totale di 137.220 spettatori, un risultato di poco inferiore al traguardo dei 150.000 voluti dalla FIR.
Un segnale che proprio non piace. Risultati troppo lontani dai 70.000 spettatori che l'Olimpico riusciva a registrare fino al 2016; questo è il segnale che la rugbymania, esplosa nel 2007 con quella storica vittoria a Murrayfield, ormai si sta esaurendo. E se i risultati in campo non miglioreranno, quelli sugli spalti continueranno a peggiorare.
Foto Alfio Guarise
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