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Le restrizioni imposte dal primo ministro del Galles Mark Drakeford vietano il pubblico negli stadi sportivi, la Scozia si trova in una situazione simile, con solo 500 persone in grado di assistere alle partite, mentre in Francia e Irlanda sono consentite una capacità massima di 5.000 spettatori. In Italia la capienza degli stadi è permessa al 70% ma non è detto che da qui a un mese, per l'inizio del Sei Nazioni di rugby, le restrizioni aumentino.

 

La Welsh Rugby Union (WRU) si sta muovendo per cercare di giocare le partite casalinghe del Sei Nazioni in Inghilterra, secondo quanto riportato dai media britannici uno stadio da calcio, il Tottenham Hotspur Stadium, è il candidato numero uno. Al vaglio anche la possibilità di giocare al St James' Park di Newcastle o alla Ricoh Arena di Coventry. Il Galles ha tre partite casalinghe nel 2022 - contro Scozia, Francia e Italia - giocare senza tifosi vedrebbe dire subire un duro colpo finanziario per la WRU.

 

C’è chi dice addirittura di andare a giocare l’intero torneo 2022 in Inghilterra, dove al momento non ci sono restrizioni negli stadi nonostante i casi in aumento della variante Omicron del coronavirus.

“Giocare il Sei Nazioni di quest'anno in un unico paese "è meglio che cancellarlo” — spiega il direttore del rugby degli Exeter Chiefs Rob Baxter —. Non possiamo tutti sederci e fingere che il mondo sia in un posto ideale in questo momento. Abbiamo tutti trovare un modo per andare avanti durante la pandemia, per cercare di mantenere le entrate attive. È lo stesso con qualsiasi attività commerciale, bisogna esplorare queste opzioni”.

 

 

>> Il calendario delle partite del 6 Nazioni 2022 <<

 

 

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