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Vietato illudersi! Però, ammesso e non concesso che ci sia modo e modo di beccarne quasi 50, l’Italia dell’Olimpico qualcosa di buono e, soprattutto, di nuovo ha detto e fatto vedere. Sul piano della qualità e dell’efficacia del gioco espresso con la palla in mano, della freschezza atletica protratta oltre i “normali” 40’, della disciplina e della capacità di “pensare rugby” anche sotto pressione. Il prosieguo del Torneo ci dirà se le cartucce a disposizione le abbiamo sparate tutte nel pomeriggio romano, se davvero il ragionier Jones era venuto in Italia per incassare 5 punti con il minimo sforzo puntando a spendere meno energie possibili in vista del Galles o se qualcosa (simile a una luce!) si è finalmente accesa nel cielo del rugby italiano. Per merito, è bene riconoscerlo, di chi questo gruppo guida e coordina tecnicamente. Non ci resta che attendere. Intanto i voti.

Zanni: monumentale! Celebra come quelli grandi davvero usano celebrare i grandi eventi: dando il massimo, che di solito corrisponde a tutto. Il suo cap n.100 è da annali del rugby. Corre, salta, spinge, sostiene, placca e si danna sui punti di collisione con l’entusiasmo di un ragazzino e il coraggio di un valoroso e indistruttibile pretoriano. Vederlo aggredire i portatori di palla in maglia bianca è spettacolo nello spettacolo. Uomo di ferro di nome e di fatto. Cercasi eredi! Voto: 10 e lode

Minozzi: comincia malissimo, colpendo di spalla un pallone alto in un terzo tempo che peggio non si potrebbe. Ma non fa una piega, rialza la testa e disputa una partita da applausi. Ha gambe potenti e caviglie che gli consentono linee di corsa da attaccante di rango. E non ha paura di osare, di prendere la decisione in apparenza meno conservativa. Di gente così in squadra c’è bisogno come l’aria da respirare. Mette le mani e le idee in tutte le incursioni azzurre, e dietro non si fa mai trovare fuori posizione. Usa poco il piede, ma quando lo fa esibisce tocchi di ottima fattura. Continua così! Voto: 8

Benvenuti: chi si rivede! Meta a parte, per segnare la quale punisce l’improntitudine di Brown che gli concede una manciata di metri di vantaggio sul fronte, opera con continuità e rigore nel cuore della linea arretrata. Solido fisicamente, pronto a rubare il tempo negli spazi ristretti e capace di controlli anche di non semplicissima esecuzione, si candida a punto di riferimento per compagni e strutture. Suo l’intercetto al 70’ che fa schizzare in piedi i 60 mila dell’Olimpico, molto simile a quello sotto la neve di un Italia – Inghilterra di qualche anno fa. Gli anni passano, anche per lui. Però, che partita! Voto: 8

Boni: sbaglia difesa sulla prima meta e sulla seconda paga dazio a turbo montato sulle gambe di May. Però, alla fine, restano sul taccuino alcuni palloni discretamente sporchi e difficile che riesce a portare avanti facendo a sportellate e a testate col mondo. Al 70’ non ha la bitta per filare fin sotto i pali servito da Benvenuti, era stanco. Non un modello di stile e di pulizia tecnica esecutiva. Ma tanta virile e ruvida sostanza. Voto: 7

Castello: da primo uomo in un paio di avvii del gioco non funziona, con Boni ricuce però equilibri di linea spesso precari e limita i danni, opposto a quel concentrato di classe e organizzazione che è la cavalleria di Sua Maestà. Un paio di botte delle sue riesce comunque a piazzarle. Partita di sacrificio, costantemente lucido. Voto: 6 ½

Bellini: si presenta servendo Boni all’interno nell’azione della meta di Benvenuti. Il Pro14 gli ha fatto bene, sicuro nei ripiazzamenti e sempre pronto ad alimentare l’azione difensiva. Va in crisi sulle due mete di Watson, ma l’avrebbero fatto in molti. Prova di forza vincente sulla meta personale, che realizza con Brown appeso al collo. Voto: 7 (½ punto per la segnatura)

Allan: ripaga quanti, all’annuncio della formazione, dissero che era stato scelto per risparmiare Canna. Disputa la miglior partita da quando è entrato nel giro azzurro. Alterna piede e mani con rigore e sapienza tattica, segna quel che c’è da segnare dalla piazzola e quando serve coglie spazi intelligenti dove indirizzare le sue bordate. Il tutto senza commettere errori (salvo il mezzo contro del 25’, questione di centimetri). E nell’azione delle due mete è assolutamente decisivo. Voto: 8

Violi: ha un calcio nel box che rasenta la perfezione e possiede i tempi del mediano di qualità. Si assume responsabilità con la palla in mano ed è molto attento e preciso nella distribuzione dei palloni. Di meglio, al momento, per la maglia n.9, non abbiamo. Il titolare è lui. Voto: 8

Parisse: si fa riprendere dall’arbitro che gli impartisce la trita ramanzina circa “quello che arbitra sono io, tu pensa a giocare” quando gli scappa qualcosa circa la posizione a terra di Budd, assolutamente indifendibile. Disputa una partita ordinata con due flanker che conosce poco e con i quali però collabora fattivamente e ai quali, quando serve, dispensa utili consigli. Da applausi lo scippo in rimessa laterale sui 5 metri al 66’. Voto: 7

Giammarioli-Negri: flanker gemelli gettati nella mischia contro avversari che avrebbero messo in crisi chiunque. Risposta assolutamente positiva: i due hanno gli attributi che servono e possiedono competenze di buon livello quanto a gioco negli spazi ristretti e in difesa. Negri salva anche una meta placcando i lacci delle scarpe di Watson nel secondo tempo. Voto: 8 (1 punti di incoraggiamento)

Budd: solita partita di sostanza. Poco appariscente ma sempre nel cuore dell’azione. Con la palla in mano si segnala per un paio di efficaci progressioni e in chiusa si sacrifica come di consuetudine. Voto: 7

Ferrari – Lovotti/Quaglio: il primo mette fuori uso (involontariamente!) Ben Youngs e in chiusa si fa rispettare, il secondo paga dazio a un certo Dan Cole. Non esattamente uno qualsiasi e nella ripresa lascia il posto a Quaglio che non migliora il rendimento della prima linea. Tutti però corrono, placcano e sanno dove andare con o senza palla in mano. Buon segno. Voto collettivo: 6

Ghiraldini: da annali la palla salvata in tuffo e servita a Minozzi sul finale. Per il resto: bene in rimessa laterale (zero rubate!) e tanta fatica in chiusa. Ma non per esclusiva colpa sua. Il volume di gioco che riesce a esprimere è comunque sempre elevato. Sta bene e si vede. Voto: 7 ½

Canna: gioca scampoli ininfluenti di partita e non può essere valutato. Però quel calcio di invio sbagliato dopo la seconda marcatura di Simmons grida vendetta. Fa parte del ristretto novero degli errori che, su un campo da rugby, non devono mai essere commessi. Mai!

Antonio Raimondi: in sede di presentazione del match spiega“… perché è nelle difficoltà che gli italiani sanno tirare fuori, spesso, il meglio di sé”. Spesso? Diciamo qualche volta. Voto: 8 per l’ottimismo e la fiducia.

Giamba Venditti: commentando le immagini dallo spogliatoio azzurro: “tutti stretti in cerchio prima di scendere in campo. È questo il momento più bello della partita”. Sicuro? Mai provato a vincere qualcosa? Voto: 5, cattivo maestro.

Arbitro Mathieu Raynal: prestazione impeccabile. Voto: 10

 

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Foto Alfio Guarise