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Diciannovesima sconfitta consecutiva per l’Italia nel Sei Nazioni. Si poteva evitare? Forse sì: questa volta abbiamo sfidato alla pari, specialmente in difesa e tatticamente, una squadra che pensava di venire a bastonarci di mete e punti, come successo di regola negli ultimi anni. Con qualche errore in meno, specialmente nella fase iniziale del match e soprattutto sui punti d’incontro, gli Azzurri di O’Shea avrebbero potuto seriamente mettere le dita nel naso ai più quotati avversari, che ci hanno messo quasi un’ora prima di segnarci una meta. Un dato di per sé raro e prezioso, da cui ripartire con ritrovata fiducia. La qualità dei gallesi resta più alta, anche dando spazio a molti giocatori che dovranno sgomitare per ritagliarsi un posto nella rosa che Gatland porterà ai mondiali nipponici. Non è stato semplice per i Dragoni, in ogni caso, uscire indenni dall’Olimpico e se parte di questa difficoltà va ricercata in una prestazione poco esaltante da parte loro, bisogna anche sottolineare che l’Italia ci ha messo del suo per risolvergli il rebus.

Le pagelle questa volta si allineano sulla fascia media, intorno alla sufficienza insomma, con picchi di assoluto valore – su tutti la partita bestiale di Steyn – e poche prestazioni deludenti. In ogni caso, tranquilli ragazzi, non si butta via niente, e anche chi ha fatto cilecca avrà sicuramente stimoli e indicazioni per riscattarsi nelle prossime – durissime – tappe del torneo più antico del mondo.

 

Jayden Hayward. Solita bella e convincente copertura del campo, buon tempismo aereo e incursioni avvedute guadagnando quasi sempre la linea del vantaggio. Peccato non vada con la giusta cattiveria su Adams, in occasione della prima meta gallese. Voto 6 +

Edoardo Padovani. Ottanta minuti da titolare e una bella meta, la seconda nel torneo. Magari l’ala non sarà il suo ruolo prediletto ma tant’è, un giocatore della sua classe in quella posizione può diventare un plusvalore. Di sicuro ha fatto vedere che in questo gruppo può essere una risorsa preziosa. Voto 6.5

Michele Campagnaro. Probabilmente ha brillato di più contro la Scozia ma attenzione: si confrontava con un certo Jonathan Davies, investito dei gradi di capitano. Dal confronto, che poteva stritolarlo, esce sconfitto solo ai punti. Ma lottando sempre come un leone. Voto 6 +

Luca Morisi. Partita leggermente sottotono da parte sua, anche se vicina alla sufficienza. In attacco ha oggettivamente poco spazio, in difesa sbaglia il minimo sindacale anche se fatica a tenere un bestione come Watkin. Voto 5/6

Angelo Esposito. Ho pensato a lungo a come valutare la sua prova, forse perché ancora mi sogno quella fuga sprecata, con sostegno esterno di Campagnaro – ignorato – che avrebbe potuto portarci in meta. Ha scelto di convergere e pestare sulle gambe, il Galles è riuscito a rimediare, poi l’Italia ha perso il possesso in attacco. Amen. Ma ha fatto una gran partita, dai, non si può negarlo. Tanti metri guadagnati, tanta solidità, buon tempismo negli inserimenti e uso del piede diligente. Voto 6.5

Tommaso Allan. Non è Biggar, va bene. Grazie, eh… Ma a me la partita di Tommy non è dispiaciuta. Tatticamente ha retto, pur senza far faville. Si è sacrificato molto in difesa e quando ha dovuto creare la superiorità in attacco ha risposto presente aprendo la strada alla meta di Padovani. Voto 6

Guglielmo Palazzani. Mannaggia, Gullo. Nei primi venti minuti si fa intercettare un pallone da rimessa laterale e pasticcia nel tirar fuori palla da mischia nostra avanzante. Per un mediano internazionale sono colpi duri da digerire, segnali forse che ancora gli manca la giusta tranquillità per amministrare il meccanismo al centro degli ingranaggi. E infatti non ci sta ad arrendersi, qualità importante già esibita con la Scozia. La sufficienza non c’è, la stima e la fiducia rimangono. Voto 5

Sergio Parisse. Il capitano questa volta si è visto e in un paio di occasioni ha decisamente scaldato il cuore dei tifosi. Non è il Sergio dei tempi d’oro, questo è chiaro, ma riguardatevi come dà assistenza a Steyn in occasione della meta, come carica di cattiveria la linea avversaria, come cinguetta felice in coppia con il giovane Ruzza. Avanti così che c’è bisogno! Voto 6 +

Abraham Steyn. Partita bestiale, come anticipato. Batte sempre come un fabbro ferraio, pesta sulle gambe come un genovese con il basilico fresco sul mortaio, sia in attacco sia in difesa, recupera palloni, segna una meta “d’inaudita viulenza”, in faccia ai gallesi, spalleggiato magistralmente dal capitano e da quell’altra belva di Sisi. Avessimo vinto sarebbe sopra l’8. In stato di grazia. Voto 7.5

Sebastian Negri. E’ che ci siamo abituati bene con Sebastian, gladiatore di razza. Con il Galles forse si è visto meno, ha dovuto fare tanto lavoro sporco e tenere a bada il man of the match Navidi, ma anche la voglia di emergere dei due flanker Young e Wainwright. Match di sacrificio. Voto 6 -

David Sisi. Ribadisco il concetto: uno così ci serviva e ci servirà. Non sarà l’arma vincente in rimessa laterale ma in giro per il campo, sui punti d’incontro, nelle spinte in mischia, in sostegno ai compagni c’è e si sente. Voto 6.5

Dean Budd. Match più solido, specialmente nella conquista in touche, rispetto a quanto offerto in Scozia. Vorremo vederlo sempre caparbio come quando guida Treviso in giro per l’Europa ma in azzurro non è lui il leader. Forse deve ancora “prendersi le misure” per iniziare a mettere sotto i suoi avversari, anche se Beard e Ball al confronto hanno nettamente sfigurato. Voto 6

Simone Ferrari. Doveva riscattarsi dopo l’opaca prova di Murrayfield e salvo qualche fischio contro questa volta ha risposto presente. Prestazione discreta in mischia, dove lavorando bene può diventare un punto fermo. Ricordiamoci sempre che ha solo 23 anni (ne compie 24 a fine marzo) e quindi da pilone ha ancora un paio di ere geologiche davanti per affermarsi come giocatore di livello internazionale. Voto 6

Leonardo Ghiraldini. Decisamente meglio rispetto alla scorsa settimana. Lancia molto bene, traina i suoi buoi con la saggezza del vecchio mandriano fino a metà della ripresa. In crescita vistosa. Voto 6 +

Nicola Quaglio. Bibi è di Rovigo e chi esce dalle nebbie polesane per conquistare il mondo sa bene che ogni centimetro va guadagnato sputando sangue e distribuendo dosi massicce di sana ignoranza pilonesca. Era al rientro in Nazionale, sembrava non avesse mai saltato una partita. Da rivedere contro una prima linea di spessore. Voto 6

 

Cheriff Traorè. Fisico, potenza e spirito bellico non gli mancano, comincia anche a trollare qualche avversario. Deve assolutamente crescere nella cura del dettaglio, ridurre al minimo gli errori dettati dall’impeto e dalla ancora relativa inesperienza. Sulla strada giusta. Voto 6

Federico Ruzza. Partita dopo partita sta facendo vedere qualità sopraffine. Quell’off-load a Parisse, tanto grazioso e lineare da farlo sembrare quasi una bazzeccola, ha trasformato gli occhi dei tifosi in tanti cuoricini, come quando ci sciogliamo “d’ammòre” sui social. Voto 6.5

Marco Barbini. Bentornato in azzurro, campione degli underdogs. In poco più di venti minuti esibisce una minima parte del suo repertorio e già ce n’è per dargli la sufficienza piena. Con un più d’incoraggiamento, anche per chi lo deve convocare – sperando che insista. Voto 6 +

Bigi e Pasquali. Venti minuti a testa, rendimento medio, voglia di lottare fino all’ultimo. Nel complesso una prova discreta, senza infamia né lode. Voto 6

Edoardo Gori. Anche lui rientrava in Nazionale dopo lungo tempo. Bisogna ringraziarlo per la velocità con cui è messo a disposizione del gruppo. Certo, dovrà garantire in futuro maggiore sicurezza e tornare ad usare il piede tattico in modo accurato, evitando errori banali con cui i nostri avversari vanno a nozze. Voto 5.5

Ian McKinley. Solo dieci minuti, al posto di Allan, sono troppo poco per giudicare. L’importante è farsi sempre trovare pronti. NG

Tommaso Benvenuti. Resta in panchina, gli auguriamo maggior fortuna nei prossimi turni. NG

 

Conor O’Shea. Questa volta prepara un buon piano di gioco, schiera una formazione che gli dà ragione e in fase di analisi post part partita evidenzia subito la principale carenza degli Azzurri contro il Galles, ovvero la difficoltà nel breakdown del primo tempo. Resta ancora poco visibile tuttavia la crescita collettiva in fase d’attacco, quando dovremmo accelerare negli spazi, nonostante le idee non manchino. Voto 6 +

 

 

 

 

 

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Foto Pino Fama

 

 

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