x

x

Il ritorno del Sei Nazioni coincide con un brusco ritorno alla realtà per l’Italia del rugby. Gli Azzurri ci hanno provato, a mettere il bastone tra le ruote alla favorita per la vittoria del torneo, almeno inizialmente. Con il passare dei minuti qualsiasi parvenza di equilibrio, escluso a priori qualsiasi sogno di gloria, ha assunto le sembianze di un mostro dipinto di verde, come il mare di maglie che sembravano spuntare anche da sotto terra nei punti d’incontro e che formavano una muraglia pressoché impenetrabile ogni volta che la palla passava in mani italiane.

Si è perso lì, a contatto, in ruck, nelle maul (sia in attacco sia in difesa), questo è fuori discussione. Nel break down siamo stati dominati senza pietà, qualche volta al limite del regolamento come nella meta taglia gambe che ha innescato il contropiede di Conway a fine primo tempo, quando dovevamo segnare noi.

Ed eccola servita sul piatto la seconda questione, altrettanto fondamentale, che anche lo staff di Franco Smith ha colto chiaramente. Non si avanza o lo si fa raramente. Chi prende palla è già da tempo nel mirino. Ci troviamo troppo spesso a muovere palloni al largo retrocedendo. Senza risolvere questi problemi non c’è via d’uscita.

La scarsa consistenza difensiva in match di questo livello deriva a cascata da queste due situazioni a noi puntualmente sfavorevoli, il break down e l’efficacia offensiva, che hanno permesso all’Irlanda di contrattaccarci con

Qualche segnale positivo c’è pur stato. Dai buoni esordi dei ventenni Garbisi (su tutti), Lucchesi e Mori, alla crescita della mischia nella ripresa, dai segnali di consistenza anche nelle difficoltà da giocatori come Polledri e Padovani, fino alle due mete che a conti fatti sicuramente l’Irlanda avrebbe preferito non subire.

 

LE PAGELLE DI IRLANDA-ITALIA.

 

Hayward. Partita difficile per il nostro estremo, specialmente per ricucire le falle create dai trequarti irlandesi nella linea difensiva italiana e dovendo gestire tanta pressione nei 22. Poco accurata la liberazione al piede. In ritardo nella scalata sulla prima meta di Conway, frutto comunque di un’esecuzione chirurgica dei nostri avversari. In attacco non trova varchi finendo spesso tra le tenaglie dei cacciatori di palloni in maglia verde. Voto 5

Padovani. La meta in fuga solitaria, su elegante intercetto, che interrompe la monotonia di un inarrestabile predominio avversario, ma anche una prestazione adeguata al palcoscenico, per intensità, voglia di metterci la faccia ed efficacia. Certo, va anche lui in sofferenza e non è esente da colpe al placcaggio ma si distingue nettamente fra i nostri trequarti. Voto 6,5

Morisi. Lo salva il suo spirito gladiatorio, che esibisce sempre con generosità, ma a Dublino ha passato ottanta minuti di grande sofferenza. Bersagliato dagli impatti dei portatori di palla, in difficoltà sulle linee di corsa velenose di Ringrose e Stockdale, controllato a vista e bastonato dai placcatori, senza margine per aprire la falcata ed esprimersi in velocità. A giornate migliori. Voto 4,5

Canna. Ammirevole in difesa, fa il possibile e oltre per tenere a bada quell’orco di Aki, strappandogli perfino la palla dalle mani, anche se inevitabilmente diverse falle si aprono sui canali di sua competenza. In attacco ha fatto vedere qualche numero pregiato ma non è sembrato molto in sintonia con l’apertura. Avere due registi con mani, piedi e prontezza di gioco adeguati è comunque un’opzione tattica su cui insistere. Voto 5,5

Bellini. A parte qualche raro episodio, non è riuscito a scatenare l’elettricità delle sue zampe da felino anche perché il possesso ed il predominio territoriale hanno nettamente premiato l’Irlanda. Sulle mete o in occasioni di contropiedi non ha colpe specifiche. Nel complesso una prestazione senza acuti. Voto 5,5

Garbisi. Era al debutto in Azzurro, a 20 anni e dopo aver giocato a livello seniores dieci partite in Top 12 e sperimentato i primi due mesi in Pro 14. Ha chiuso il match con una meta in tuffo sotto i pali, al temine di una serpentina rabbiosa resa sublime da una finta da guardare e riguardare in loop. Tempismo perfetto anche nel mandare nel buco Negri, in occasione del break iniziale. Tante cose sono andate male invece e dovranno essere corrette in fretta per non bruciare il ragazzo. Che ha numeri e personalità preziosi. Voto 6,5

Violi. Inizialmente ispirato, ci ha fatto sognare la meta in sostegno su Negri finendo braccato a pochi passi dai pali. Nel primo tempo la sua gestione è lineare, anche se si scontra su un muro invalicabile che porta inevitabilmente alla scelta di calciare per alleggerire la pressione. Nella ripresa si acuiscono i problemi azzurri nei punti d’incontro e gradualmente la sua verve si spegne. Voto 5,5

Polledri. Evidentemente studiato e preso di mira dai difensori, che cercano – e a volte riescono – a bloccarlo in piedi o a costringerlo al tenuto a terra. Pur in queste condizioni svetta per capacità di avanzamento e forza nei punti d’incontro, dov’è uno dei pochi a garantire all’Italia dei turn over. A lungo andare perde lucidità, concedendo qualche fallo non da lui. E’ comunque tra i migliori. Voto 6 +

Steyn. Prestazione negativa, nettamente al di sotto degli standard a cui ci ha abituato. Manca un paio di placcaggi importanti, concede più di un fallo in ruck, si sacrifica ma senza mai incidere specialmente a contatto. Scarico, dovrà riscattarsi.  Voto 4,5

Negri. Mezzo punto in più rispetto al compagno di reparto ma la sostanza non cambia molto. Anche lui molto falloso in difesa – da un suo laterale in ruck nasce la touche per la meta del 17-3 - e prevedibile palla in mano. Messo sotto dai giovani e rampanti flanker irlandesi, si distingue per l’entrata perfetta nel primo buco del match che propizia il calcio del vantaggio italiano. Voto 5

Cannone. Vicino alla sufficienza per la padronanza esibita in rimessa laterale e la capacità di andare quasi sempre oltre al vantaggio nelle percussioni. Nella battaglia per il mantenimento del possesso però finisce anche lui per pagare dazio lasciando posto a Sisi all’inizio del secondo tempo. Voto 5/6

Lazzaroni. Ha il fisico e le capacità tecniche per emergere, ogni tanto lo dimostra con buon impeto ma dà l’impressione di rendere a sbalzi. Stringe i denti nella ripresa ma dopo aver lisciato un placcaggio innescando un’offensiva dei padroni di casa lascia il posto a Meyer. Da rivedere. Voto 5

Zilocchi. Crolla sulla prima mischia importante del match, in difesa davanti ai pali, regalando il piazzato del 10-3. Se davanti subisce la forza e l’esperienza di un quasi centenario come Cian Healy, si spende molto per riscattarsi facendo lavoro di sacrificio. Voto 5 +

Bigi. Prova incolore per lo skipper azzurro, a parte una buona performance al lancio. Sulla sopracitata mischia in difesa qualcosa va storto nel timing dell’introduzione con Violi ed è questo l’errore che manda in sofferenza il lato destro della nostra mischia. Aggressivo e generoso come di consueto, paga però il dato fisico contro un pack dirompente. Voto 5

Fischetti. Il più positivo della prima linea titolare, nonostante anch’egli non convinca a pieno. In mischia dà stabilità ma non riesce mai ad impensierire un Porter in gran vena. La sua forza è l’esplosività a contatto, che gli ha permesso di portare avanti palloni con buon avanzamento. Voto 5,5

 

 

Ferrari. La sua prima volta sul lato sinistro della mischia è, insieme alle doti esibite da Garbisi, la notizia più incoraggiante di una giornata decisamente grigia. Tanto di cappello per avergli dato quest’occasione, in cui si è dimostrato difficile da contenere in spinta e più reattivo nelle situazioni di gioco, come quando ferma un’offensiva irlandese sigillando la palla in ruck. Bravo. Voto 6,5

Lucchesi. Meno accurato nei lanci ma decisamente tonico in spinta, pilota con baldanza da auriga i suoi cavalli da tiro. Si fa punire per un placcaggio da terra ma in generale lotta con ordine e determinazione. Voto 6 +

Ceccarelli. Non fornisce l’incisività di Ferrari ma assicura comunque all’Italia un secondo tempo decisamente più confortevole nel sempre critico fondamentale della mischia ordinata. Voto 6

Sisi. Il suo peso specifico aggiunge vigore al nostro pacchetto di mischia e lo aiuta a reggere l’urto dei ruvidi avanti irlandesi. Nel complesso una prestazione senza acuti ma vicina alla sufficienza. Voto 5,5

Mori. Averne di arieti di razza così. Il ragazzo incorna e pesta sulle gambe che è un piacere, mettendosi in evidenza già al primo pallone ricevuto. Poi non sempre rimane lucido, facendosi trovare un paio di volte fuori posizione ma per un ventenne al debutto in un contesto simile, contro un’Irlanda così, è un esordio che merita un plauso. Voto 6 +

Meyer. Gli tocca l’ultimo quarto di partita, in cui c’è solo da limitare i danni ormai abbondantemente perpetrati dalla controparte. Lo fa con dedizione ma senza particolari risultati. Voto 5/6

Mbandà e Braley. Nulla da aggiungere ad un match ormai chiuso, di cui giocano solo gli scampoli finali.

 

 

 

Classifica 6 Nazioni dopo 4 turni:

1) 14 Irlanda

2) 13 Inghilterra

3) 13 Francia

4) 10 Scozia

5) 7 Galles

6) 0 Italia

 

Il prossimo turno del 6 Nazioni 2020:

Ore 15.15 Galles v Scozia

Ore 17.45 Italia v Inghilterra

Ore 21.10 Francia v Irlanda

 

 

Foto Italrugby

 

 

Consulta il catalogo palloni RM: 

Linea palloni da rugby RM Rugbymeet