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Al cospetto della sconfitta più pesante degli ultimi otto anni di sfide con gli inventori del gioco, l’Italia è costretta a chinare il capo e a cospargerlo di cenere. L’euforia carnevalesca che aveva accompagnato le prime tre uscite nel Six Nations 2019, per i notevoli segnali di crescita emersi nonostante le onorevoli quanto puntuali sconfitte, si è dissolta rapidamente riportandoci nel clima da perenne Quaresima a cui si è ormai abituato il rugby italiano nella rassegna ovale più antica del mondo.

Per provare a risollevare lo sguardo resta l’ultima partita, con la Francia, altra nazionale in crisi – di certezze e di risultati. Servirà una prestazione nettamente superiore, specialmente in difesa. A Twickenham siamo mancati troppe volte in un fondamentale, il placcaggio, che più di tutti caratterizza questo sport e che per primo determina se due squadre possono competere allo stesso livello o piuttosto se non ci sarà partita. Gli Azzurri sanno placcare, su questo non ci piove. Dovranno farlo sempre, quando possibile, diversamente da quanto avvenuto sabato, limitando al minimo gli errori di salita, di schieramento o gestuali, al momento dell’impatto. Bisognerà anche sostituire due centri come Campagnaro e Castello, entrambi usciti per infortunio

Questa volta poche sono le sufficienze anche se non mancano voti decisamente positivi, su tutti Allan e Morisi fra i trequarti, Ruzza tra gli avanti.

 

Le pagelle:

Hayward: Anche i migliori sbagliano e dopo tre prove cristalline è arrivata la giornata negativa anche per l’estremo azzurro. Approccia il match con la consueta sicurezza ma finisce presto nel tritacarne della pressione inglese, nonostante difenda con ordine e sacrificio. Il calcio di liberazione che Kruis gli stoppa ci manda definitivamente a picco. Voto 5

Padovani: Giornata difficile anche per lui, bucato a ripetizione insieme ai compagni di linea e a corto di occasioni per farsi vedere in attacco come avvenuto nelle prime tre giornate. Cercava la quarta meta consecutiva, ha trovato la prima insufficienza. Voto 5

Campagnaro: Meglio metterci una pietra sopra, certe volte. Sicuramente ci teneva molto al match di Twickenham, giocando da anni in Premiership, ma il centro degli Wasps ha pagato prima facendosi infilare con troppa facilità e poi facendosi male al piede. Possiamo solo augurargli un pronto ritorno in campo, con tanta voglia di rifarsi al più presto. Voto 4,5

Morisi: Tanta attitudine e un rendimento al di sopra della media dei compagni sotto molteplici punti di vista, impreziosita dalla meta in bandierina. L’impressione avuta con l’Irlanda, che fosse in netta crescita, è stata confermata in pieno. Tra i pochi a reggere il confronto con la cavalleria di sua maestà. Voto 6.5

Esposito: Dalla prestazione da soldato contro il Trifoglio alle bastonate spinose della Rosa. Manca due placcaggi da cui subiamo altrettante mete e si trova quasi sempre in affanno quando gli avversari avanzano dal suo lato. Sicuramente può dare molto di più. Voto 4

Allan. Il fiuto e la forza sugli appoggi esibiti per segnare la meta del momentaneo pareggio hanno fatto battere il cuore degli appassionati italiani. Riesce a condurre discretamente la squadra in cabina di regia, dimostrando visione periferica e bella gestualità per servire a Morisi l’assist della seconda marcatura. Apprezzato anche dalla severa critica british. Voto 7

Tebaldi. Un netto passo indietro rispetto alla grande partita giocata con l’Irlanda. C’è da dire che gran parte del lavoro degli avanti inglesi passa dalla pressione fortissima esercitata sul mediano avversario e da questa situazione ha faticato a districarsi per tutta la partita, significativamente chiusa da un calcio stoppato proprio a lui. Voto 5

Parisse. Lotta con tenacia e la consueta classe, pur faticando a trascinare la truppa azzurra contro la corazzata di Eddie Jones. Nel complesso una prova sufficiente quella del capitano, penalizzata da una situazione di punteggio e di morale rapidamente sfuggita di mano. Voto 5/6

Steyn. Si spende con generosità fino alla fine ma il suo impeto agonistico questa volta viene limitato a dovere dalla controparte. Un match senza acuti particolari e particolarmente dispendioso di energie, in cui ha potuto recitare solo da comprimario. Voto 5/6

Negri. Inizia il match in maniera decisamente positiva e pestando sempre a tavoletta, poi cala sulla distanza lasciando il posto a Polledri. La sua fisicità ci permette di arginare per un po’ il dinamismo e la potenza micidiali delle terze linee inglesi. Voto 6 -

Budd. Giornata in chiaroscuro per il capitano della Benetton, che alterna momenti di grande esperienza, lucidità e furore agonistico ad errori banali. Anche per lui c’era un piano per metterlo sotto pressione, dalla touche al campo aperto. Voto 5.5

Ruzza. Il biondo di Padova si è messo in mostra un’altra volta e per questo gruppo, anche e soprattutto in chiave futura, è confortante poter disporre di giocatori di questa qualità. Attacca sempre in modo efficace mettendo punti interrogativi ai placcatori, da rivedere invece in fase difensiva anche se coprire al largo su un Cokanasiga lanciato in velocità non è esattamente una bazzeccola. Voto 6.5

Ferrari. Partita di forte sofferenza in spinta, contro un pack di caratura superiore. Fa quel che può in giro per il campo ma raramente fa valere a pieno il suo potenziale. Voto 5

Bigi. Deve ancora maturare esperienza e consapevolezza dei propri mezzi per affrontare questo tipo di avversario. Il paragone con Ghiraldini è ingeneroso, al momento, ma lo spirito del guerriero non gli manca di certo. E’ proprio questa attitudine che gli permette di limitare i danni, pur finendo tra quelli con un voto negativo. Voto 5 +

Lovotti. In crisi come tutta la prima linea italiana, fatica ad uscire dall’anonimato pur impegnandosi molto. Da quando è rientrato ha passato sicuramente gli ottanta minuti più frustranti e pesanti. Con la Francia ci servirà molto di più da un lottatore della sua tacca. Voto 5

 

Castello. Solo una montagna di sfortuna e di imprecazioni (da parte nostra). Dentro per l’infortunato Campagnaro, esce pochi minuti dopo per la frattura del perone. N.G. e in bocca al lupo per un pronto recupero.

McKinley. Entra molto prima di quanto si aspettasse e in una linea dei trequarti condizionata da due infortuni in rapida successione. Tutto sommato è tra quelli che sfigurano meno, lì al largo, coprendo e placcando in maniera ordinata. Un’iniezione di fiducia, a livello personale, dopo quegli ultimi minuti con l’Irlanda da cancellare in fretta. Voto 6

Ghiraldini. Mezzora per tentare di raddrizzare alcune cose lì davanti, anche se il compito è arduo. Di sicuro ha fatto vedere che contro la Francia avremo bisogno di tutta la sua classe, dell’esperienza e di un temperamento da grande internazionale. Voto 6

Pasquali. Ha mostrato ancora segnali di crescita, forse siamo davvero sulla strada giusta. Un altro che ci teneva molto a questa gara, essendo maturato come pilone a Leicester. Voto 6

Traorè. Venti minuti scarsi per provare a dare la scossa, decisamente pochi ma apprezzabili. Si fa trovare pronto ed è tutto ciò che serve. Voto 6

Sisi. Entra per Budd provando a contribuire mettendoci il fisico. La guerra è già in fase donchisciottesca ma probabilmente non gliel’hanno detto oppure ha deciso di fregarsene. In ogni caso, ottimo atteggiamento. Voto 6 +

Polledri. Al ritorno in maglia azzurra dopo l’infortunio paga lo scotto di essere tra i principali ricercati dai cacciatori di taglie della corona britannica. Placca, avanza e spinge ma senza incidere come in altre occasioni. Voto 5,5

Palazzani. Entra per Morisi, in una posizione non sua, dimostrando abnegazione nonostante i limiti nel ruolo e la situazione di punteggio ampiamente compromessa. Voto 5.5

 

 

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Foto Pino Fama

 

 

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