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L’uomo di Francia-Italia, l’irlandese John Paul Doyle (JP per gli amici e per i tabellini dei giornali), per vivere fa l’arbitro. È infatti uno dei sei fischietti che la federazione inglese (RFU) ha messo sotto contratto e dei quali si serve per assolvere (al meglio, si intende) le proprie funzioni di organo istituzionale della patria del gioco. JP, dicono i maligni, ha fatto la carriera che ha fatto (anche) perché è figlio di Terry Doyle, che per un breve periodo fu massimo dirigente della sezione dublinese degli arbitri affiliati alla IRFU, la federazione irlandese. Come giocatore (mediano di mischia) non è andato oltre il (buon) livello scolastico (Terenure college) e universitario (St. Mary’s Unversity college di Twichenham) della patria del gioco, costretto a chiudere la carriera per un infortunio alla schiena. Ieri a Parigi era al suo debutto nel Sei Nazioni e alle spalle aveva una partita della RWC 2015 (Argentina – Georgia), oltre a un ottimo curriculum in Premiership (sua la finale del 2014). Studiava per diventare maestro elementare, si ritrova nel gotha dell’arbitraggio ovale. Contenti noi per lui.

 

Detto questo, resta il fatto che ieri l’Italia ha perso contro la Francia allo Stade de France perché JP ha visto e sanzionato un tenuto di Sergio Parisse che, se l’avesse fischiato un ragazzino alle prime armi, magari nel corso di una partita under 16, qualcuno avrebbe così commentato: “Quando riuscirà  a distinguere la forma dalla sostanza, forse, diventerà un buon direttore di gara”. La forma, infatti. Il capitano azzurro (fra le altre cose placcato in maniera non limpidamente regolare, diciamo così), sbilanciato dal colpo ricevuto, perde momentaneamente l’equilibrio, appoggia il ginocchio a terra, rimbalza sull’erba, riprende l’assetto e ricomincia ad avanzare. Anzi, vorrebbe farlo. Ma non può. Perché il buon JP, a quel punto della partita (3’ dalla fine, Italia avanti a Parigi di 2 nella gara del debutto in panchina di Sua Maestà Guy Noves...), decide che il tocco sull’erba dell’articolazione di Sergio Parisse ha configurato una situazione di illegalità nel quadro normativo dell’amministrazione del fallo di tenuto….!!!!

 

Delle due l’una.

 

O JP non aspettava altro per concedere alla Francia la possibilità di non perdere la partita di apertura del Sei Nazioni 2016, intenzionato com’era a non “bagnare” con un risultato storico (ma avverso a una delle potenze ovali del continente) il suo ingresso nel panel del Torneo più antico e prestigioso del pianeta

 

O JP è davvero convinto che l’azione di Parisse (ginocchio a terra per una frazione di secondo, senza alcun avversario a contestargli la palla e assetto riconquistato in una manciata di decimi) abbia infranto una delle regole fondamentali del gioco.

 

Tertium non datur.

 

Ci piace pensare che sia valida e aderente al vero la prima delle due opzioni indicate. Da sempre, per consolidata convinzione, siamo propensi a preferire i gaglioffi e i manigoldi patentati agli imbecilli e agli incompetenti. Questo per la semplice ragione che i primi, ogni tanto, si riposano. I secondi, purtroppo, mai!

 

 

 

Ps – Giusto per la cronaca e per la storia: Vakatawa (che giocatore!) nell’azione della meta che ha fruttato il 5-3 ha messo il piede sul bianco della linea laterale. Chiedere al TMO no? Pareva brutto?

 

 

Foto Pino Fama

 

Giorgio Sbrocco per Rugbymeet