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Italia sì, Italia no, cantavano Elio e le Storie Tese quando ancora Sanremo regalava soddisfazioni vere e non preconfezionate. Anche quest'anno si apre ufficialmente la gara a distanza tra sostenitori e detrattori degli Azzurri del rugby, eterni Cenerentoli dei Sei Nazioni dove tutti vanno avanti a velocità doppia rispetto alla nostra. Almeno così nella vulgata imperante.

Eppure, a me è sembrato di vedere due squadre fronteggiarsi nei canoni di un confronto sensato, a lungo aperto e in bilico, in cui l'inevitabile fardello di punti a cui siamo condannati vita natural durante – sempre per gli zeloti della vulgata – ci è stato imposto con due schiaffi sul muso solo negli ultimi 10 minuti.

Non c'è stata nessuna mattanza insomma. Gli orchi francesi, capaci di soffocare gli All Blacks e principali favoriti (con l'Irlanda) dei Six Nations 2022, non hanno fatto un solo boccone della vittima sacrificale italiana. Al contrario, io ho visto una squadra dannatamente vicina a qualcosa di bello e credibile contro una delle nazionali più forti e talentuose del pianeta, rimasta in partita per 67 minuti superando in quanto a risultato le più rosee aspettative, che volevano per l'Italia una sconfitta dai 35 punti in su. Sono stati 27 alla fine ma potevano essere la metà, evitando un paio di cappelle clamorose e autentici regali in momenti topici.

Al di là del punteggio finale, comunque accettabile viste le previsioni e i timori di proporzioni catastrofiche diffusi alla vigilia, è piaciuta la prestazione degli Azzurri che meritano pagelle in gran parte positive.

 

Le pagelle   

 

Padovani. Prezioso il suo lavoro di copertura sulle palle alte e in profondità, gestisce con ordine il triangolo allargato. 6,5

Menoncello. Al primo pallone toccato nel match d'esordio in Nazionale segna una meta di rara difficoltà, diventando il più giovane marcatore del Sei Nazioni. Basterebbe questo, in più ci mette sostanza ogni volta che è chiamato in causa. 7

Brex. Carica e placca come di consueto, solo che stavolta gli manca la cura del dettaglio come nel sealing off nel finale di primo tempo che mette la Francia nelle condizioni di segnare. 5,5

Zanon. Si prende sulle spalle la responsabilità di avanzare palla in mano e lo fa con buona efficacia, tenendo conto di che tipo di avversari aveva di fronte. Qualche sbavatura ma partita ampiamente sufficiente. 6+

Ioane. La sua esplosività elettrica gli consente di avanzare spesso in serpentina sulla fascia ma si distingue anche al placcaggio. Unica pecca vistosa la difesa sbagliata sulla quarta meta francese. 6+

Garbisi. Gara altalenante ma nel complesso sufficiente per il giovane regista azzurro, che pecca di superficialità in un paio di occasioni ma regala anche momenti di grande rugby come l'assist al piede per Menoncello. 6

Varney. Ha sulla coscienza troppi errori gravi, sia in attacco sia in difesa, che hanno vanificato buone occasioni e regalato punti alla Francia. Un peccato perché è piaciuto il ritmo con cui ha fatto girare la squadra. 4

Halafihi. Si è presentato nel migliore dei modi, forzando il tenuto a terra al diretto avversario Aldritt, controbuendo con la sua fisicità alla prova credibile degli Azzurri. 6,5

Lamaro. Ha giocato di sacrificio, da capitano consapevole, placcando come un dannato ad altezza caviglie e pagando forse qualcosa in fase offensiva.  6+

Negri. Si è visto molto e non è un caso se in un confronto del genere, in cui era fondamentale sia limitare le ondate francesi sia essere avanzanti, le terze linee italiane abbiano tutte meritato la pagnotta. 6,5

Ruzza. Partita di grande generosità, in cui ha spesso illuminato la scena palla in mano, come in occasione della nostra meta. Due errori di gestione palla, vicino alla meta e in contropiede, gli pregiudicano un voto migliore. 6

Cannone. Altro protagonista oscuro, che si è speso tantissimo al placcaggio e nelle fasi di contesa e conquista palla. 6

Pasquali. Si è distinto nel gioco aperto, con tanti buoni placcaggi, ma in mischia chiusa ha pagato dazio al diretto avversario Baille senza mai dare stabilità sul lato destro. 5

Lucchesi. Troppi lanci fuori misura, di cui un paio in attacco in momenti favorevoli per l'Italia, lo tengono distante dalla sufficienza. A parte i problemi in touche ha giocato con grinta da vendere.  5

Fischetti. Il migliore della prima linea titolare, è riuscito perfino a creare problemi al gigantesco Atonio nonostante fossimo in chiara sofferenza. Al placcaggio e dove c'è da metterci la faccia è una furia. 6,5

 

Faiva. Deludente in rimessa laterale, dove sbaglia i primi due lanci, governa invece molto bene l'assetto di spinta in mischia. 5

Nemer. Protagonista di una bella carica palla in mano, fa il suo quando chiamato in causa. 6

Zilocchi. Molto bene davanti già dal primo ingaggio, distribuisce placcaggi di rara durezza tra cui l'unico che suona momentaneamente il man of the match Viliere. 6,5

Fuser. Aggiunge peso e freschezza nel momento giusto, contribuendo alla tenuta del pack azzurro. 6

Pettinelli. Una partenza splendida da mischia ordinata in difesa e la giusta reattività per dimostrarsi subito utile alla causa. 6,5

Marin. Manca la touche nell'unico calcio di punizione che gli viene affidato, poi commette un fallo ingenuo su un avversario in salto. Avrà le occasioni per rifarsi. 5

Braley ng

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